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“Quando giochi tra terra e campi duri ci sono vantaggi e svantaggi. Il vantaggio di giocare sulla terra è il meno ‘shock’ creato all’impatto ma lo svantaggio è che, nel scivolare, le articolazioni subiscono una forte vibrazione“. Pierre Paganini, storico preparatore atletico di Roger Federer, si racconta in un’intervista al New York Times parlando della differenza d’impatto fra i vari campi da tennis e dei grossi rischi per non alterare la propria forma fisica.
Dopo aver assistito ad una stagione 2017 ricca di infortuni e di numerose programmazioni modificate a causa della forma fisica, nel 2018 i tennisti cercheranno di tenersi alla larga da rischi inutili. Soprattutto se si lotta per le più alte posizioni del ranking ATP e, nel caso di Federer, l’obiettivo è quello di difendere la posizione numero uno. Si profila una possibilità di saltare l’intera stagione in terra battuta? Stando alle parole di Paganini, Federer dovrebbe rifletterci su: “Nei campi duri c’è un colpo ed il giocatore si coordina come un ballerino, sulla terra è diverso. Non lo vediamo dall’esterno, ma per controllare lo scivolamento ed i movimenti in generale c’è instabilità nel ginocchio, nel piede e nella caviglia. In alcuni casi può essere negativo per il ginocchio o per l’articolazione in questione“.
Tanti dubbi per il proseguo della stagione tennistica dell’elvetico che dunque potrebbe saltare nuovamente l’appuntamento con gli Internazionali d’Italia 2018. Federer, per altro, dopo aver vinto il torneo di Rotterdam ha dichiarato che deciderà dopo Miami e che sicuramente la sua non sarà una stagione ricca di appuntamenti sulla terra battuta.