Così non è giusto. L’Italia delle meraviglie, la fantastica nazionale che ci ha regalato quattro successi in Fed Cup tra il 2006 e il 2013, ora è a un passo dall’abisso della zona Euro-Africana, in pratica la serie C. Ma questo, se permettete, oggi non ci interessa e il motivo è semplice: contro la Slovacchia si può perdere, il livello della nostra nazionale è ben distante da quello degli anni d’oro. Ma così non è giusto, perché Sara Errani non meritava questa figuraccia, annichilita da un’ex giocatrice qual è Daniela Hantuchova.
Solo tre settimane fa, a Melbourne, Sara era stata costretta a ritirarsi, in lacrime, per un problema muscolare. Il secondo in pochi giorni, tra l’altro, visto che aveva già dato forfait a Hobart per un altro guaio fisico. Da lì in avanti, con la solita generosità, la Errani ha cominciato una corsa contro il tempo per essere presente a Forlì, in Fed Cup, e difendere ancora una volta la maglia azzurra.
Il nuovo capitano Tathiana Garbin, è vero, doveva fronteggiare una situazione critica: nel suo ultimo anno di attività, la numero uno Roberta Vinci ha deciso di rinunciare alla nazionale; Karin Knapp è nuovamente ferma per un problema al ginocchio, ha superato con grande coraggio mille ostacoli in carriera ma chissà se stavolta avrà ancora la forza di riemergere; Camila Giorgi, infine, è stata squalificata per la convocazione rifiutata lo scorso anno.
Dunque chi rimaneva all’Italia? Francesca Schiavone, 37 anni il prossimo giugno e oggi al 100° posto nella classifica mondiale, anche lei come la Vinci all’ultimo anno in carriera. E poi le giovani, ancora molto indietro nel ranking Wta. Per la sfida alla Slovacchia la Garbin ha convocato le due azzurre dalla classifica migliore, la 21enne Jasmine Paolini (numero 213) e la 23enne Martina Trevisan (numero 230).
Ecco perché avere Sara Errani a Forlì era indispensabile. Ma a un patto: che stesse bene fisicamente. Sabato Sara ha tenuto testa alla ventenne Rebecca Sramkova, un talento che all’Italia in questo momento manca. Ha lottato come sempre, con orgoglio. Ha perso, ma poco importa. Vederla però oggi umiliata, non per sua colpa, da una ex giocatrice come Daniela Hantuchova, già numero 5 al mondo ma crollata al 248° posto a quasi 34 anni, non è giusto.
La Errani ha dato tanto all’Italia del tennis, perché esporla a una simile figura? Perché ridurla nuovamente alle lacrime, come già a Melbourne? Perché non schierare Paolini o Trevisan? Magari la Hantuchova avrebbe vinto lo stesso (ma abbiamo qualche dubbio), magari avremmo comunque alzato bandiera bianca contro la Slovacchia, orfana tra l’altro di Dominika Cibulkova, ma non avremmo dovuto assistere all’umiliazione della Errani. Perché Sara proprio non lo meritava.
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