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Il protagonista del tennis italiano di questo lunedì 28 settembre non può che essere Lorenzo Giustino, capace di sconfiggere Corentin Moutet al quinto set per 18-16 dopo sei ore e cinque minuti di match, approdando al secondo turno del Roland Garros 2020. Il suo allenatore, Gianluca Carbone, ha raccontato in esclusiva a Sportface.it ciò che si cela dietro questa storica vittoria, ripercorrendo quanto accaduto nell’ultima stagione: “Purtroppo il problema principale è stato l’infortunio avuto l’anno scorso, che ha interrotto una sequenza positiva di risultati ma anche di obiettivi raggiunti in termini di crescita mentale. Questa cosa ha destabilizzato un po’ tutta la situazione, non solo perché è stato fermo ma soprattutto perché il gomito gli faceva davvero male, essendo uno dei punti cardini nel braccio nei colpi. Aveva questa sofferenza, che a volte gli provocava dolori anche in altre parti del corpo come spalla, schiena perché per evitare il dolore cambiava un po’ i gesti. Anche a livello mentale questa cosa ha cominciato a farlo soffrire tantissimo perché, pur essendo clinicamente guarito, non sentiva più le stesse sensazioni e il braccio gli dava fastidio“.
“Quest’anno, dopo il periodo del lockdown lui è riuscito ad allenarsi un po’ a Barcellona, anche se non in modo completo. Quando poi ha ripreso, probabilmente anche perché il tono muscolare era sceso in tutte le articolazioni, i dolori riaffioravano e ciò un po’ lo faceva scoraggiare perché non sapeva come uscirne – ha proseguito Carbone – L’ infortunio non è stato provocato da una programmazione sbagliata, ma da una sfortunata caduta sul campo bagnato. Nonostante io cercassi di incoraggiarlo, purtroppo questo è stato l’argomento principale dell’ultimo anno, quando aveva raggiunto il best ranking e stava giocando davvero bene sino al torneo di Lisbona e gli ultimi tornei prima di agosto“.
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L’allenatore del tennista napoletano ha poi analizzato le settimane precedenti al Roland Garros: “Negli ultimi tornei si è ritirato perché era un po’ esausto di tutta questa situazione anche se proprio nelle ultime due settimane, con piccole soluzioni adottate, le cose hanno preso una via positiva e hanno iniziato a migliorare. Si stava aprendo un po’ di speranza. E’ arrivato al Roland Garros dopo aver giocato bene a Prostejov contro Galan. Mi aveva detto ‘Son contento perché già sto giocando bene da un bel po’, ma non riesco ad avere la continuità di giocare un match intero senza dolore’. Era questa la preoccupazione. Qui ce l’abbiamo messa tutta a livello di impegno, prevenzione, tutti i giorni fisio per cercare di fare il possibile. Adesso i risultati sono arrivati – ha aggiunto Carbone a Sportface.it – lui sta rispondendo abbastanza bene, non ha gli stessi fastidi di prima. Io tutta questa situazione non l’ho vissuta bene: lo vedevo preoccupato e l’unica cosa che potevo fare era dargli conforto e comprensione, e consultare medici o fisioterapisti. Siamo molto contenti. L’aspetto più importante è che tutta questa sofferenza gli ha provocato un clic. In quelle partite dove prima aveva qualche calo motivazionale, adesso c’è una specie di rabbia, una voglia di lottare che poi è la chiave del tennis. Io l’ho visto giocare con una grinta diversa. Non la voglio chiamare cattiveria in campo, ma una grinta solida che era proprio la voglia di vincere a tutti i costi. Questa è stata la chiave di tutte le vittorie: l’aver trasformato la sofferenza avuta in questo periodo in un atteggiamento positivo di lotta“.
“Tecnicamente e tatticamente sta migliorando sempre di più, lui è arrivato sempre avendo un gioco di difesa. Da quando abbiamo iniziato a lavorare insieme l’obiettivo è stato quello di farlo avvicinare alla riga, di farlo giocare più d’attacco e di sistemare gli appoggi, di cercare di salire di percentuale di prima palla lavorando sulla tecnica del servizio. Il merito in un giocatore è di tutto il vissuto, chi lo ha allenato in precedenza gli ha creato una grande mentalità . Lui è un lottatore nato, ma per fare il salto di qualità bisogna fare bene” ha detto Carbone.
Infine ha voluto sottolineare un fattore importante nella crescita di Giustino: “Nell’ultimo anno, da giugno dell’anno scorso, ho iniziato a collaborare con Albert Ramos-Vinolas e con il suo allenatore. Proprio da settembre ho voluto fortemente far entrare Lorenzo in questo team, in modo da avvalerci dell’esperienza di Jose Maria Diaz, allenatore storico di Ramos. Nella programmazione ci sta dando una grossa mano anche lui: devo dire che lo stesso Albert è molto generoso a darci consigli”, ha chiosato coach Gianluca Carbone.
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