I casi di doping nel tennis, quasi sempre per un’assunzione involontaria, come nel caso di Jannik Sinner o Iga Swiatek stanno facendo ancora discutere. Proprio di oggi è la notizia delle date per il ricorso al Tas di Losanna per la vicenda dell’altoatesino, che dovrà difendersi il 16 e 17 aprile dalle accuse della Wada, l’antidoping mondiale, che non ha accettato l’assoluzione del giocatore azzurro. La polacca, invece, è stata sospesa per circa un mese.
Il timore di incappare in una problematica simile sta però condizionando altri giocatori. L’esempio più calzante è offerto da Emma Raducanu, che per il timore di assumere una sostanza contaminata e che possa risultare come proibita ha deciso di rifiutare le cure per una puntura di insetto in Australia, a pochi giorni dagli Australian Open che prenderanno il via domenica. Parlando in una conferenza stampa a pochi giorni dal match contro la testa di serie numero 26 del tabellone, la russa Ekaterina Alexandrova, l’inglese già vincitrice degli US Open ha ammesso che i recenti e numeroci casi di tennisti di altissimo livello risultati positivi al doping l’hanno resa molto diffidente, tanto però da compromettere la propria salute.
LE PAROLE DELLA CAMPIONESSA SLAM
“Sono stata morsa in modo davvero serio da non so cosa, forse formiche, zanzare, qualcosa di simile. Sono allergica, credo”, ha rivelato la giocatrice britannica. E le conseguenze per lei non sono mancate: “Si sono infiammati e gonfiati davvero tanto. Qualcuno mi stava dando questo spray antisettico, naturale, per cercare di alleviare le punture. Ma Non volevo prenderlo. Non volevo spruzzarlo su di me”, ha spiegato, riferendosi al timore, ormai intrinseco, di poter risultare positiva al doping semplicemente per una leggerezza legata alle componenti dello spray. Essendo un prodotto non solitamente assunto dalla tennista numero 60 del ranking Wta, è voluta andare coi piedi di piombo, a costo di non curare i suoi malesseri: “Sono rimasta lì con la caviglia e la mano gonfie. Ho pensato: ‘Dovrò resistere perché non voglio correre rischi.’ È ovviamente una preoccupazione che ci sta a cuore quella di non risultare positivi alle sostanze”.Â
DA SINNER A SWIATEK, LA PAURA DEI TENNISTI
A Melbourne dunque è altissima l’attenzione dei giocatori alle possibili contaminazioni involontarie: dal Clostebol di Sinner, che è riuscito a evitare la squalifica perché il tribunale indipendente ha stabilito che il giocatore non aveva colpe o negligenze, e che era vittima di una contaminazione dovuta a una leggerezza del suo fisioterapista durante un massaggio, alla trimetazidina di Swiatek, che nella spiegazione della polacca, ritenuta credibile, è entrata nel suo corpo a causa di una partita contaminata di un sonnifero alla melatonina.
Sono tutti casi assolutamente ben impressi nella mente dei tennisti al via nel primo Slam dell’anno e Raducanu è stata molto chiara nel corso dell’incontro coi media: “Siamo tutti sulla stessa barca. Penso che dipenda solo dal modo in cui gestiamo al meglio le cose controllabili. Se dovesse succedere qualcosa fuori dal nostro controllo, allora sarà un po’ dura provare a dimostrarlo”, ha concluso, prendendo dunque implicitamente una posizione in merito a colpe o eventuali negligenze dei giocatori.
IL PROGRAMMA DI DOMENICA
La carne al fuoco è subito tanta nel giorno inaugurale, dato che esordiscono la campionessa in carica Aryna Sabalenka e la finalista uscente Qinwen Zheng. In campo anche Alexander Zverev, uno dei tanti pretendenti al titolo in campo maschile. Per quanto riguarda l’Italia, invece, saranno i due i tennisti ad essere subito protagonista: il primo è il qualificato Matteo Gigante, che fa il suo debutto a livello Slam e sfiderà il francese Humbert sulla John Cain Arena; il secondo è Luciano Darderi, impegnato sul Campo 17 contro lo spagnolo Martinez.