“C’è un’ombra doping che incombe sulla finale degli Australian Open di domenica a Melbourne. Il numero uno del mondo Jannik Sinner ha sconfitto in semifinale l’americano Ben Shelton e sfiderà Alexander Zverev, il numero 2 del mondo”. Inizia così una violenta invettiva da parte della Bild, uno dei tabloid tedeschi più letti di Germania e considerato come molto autorevole a livello internazionale, nei confronti di Jannik Sinner, che domenica mattina proverà a difendere il titolo agli Australian Open contro il beniamino del popolo germanico Alexander Zverev.
Nell’articolo, pubblicato sulla versione online, si parla di scandalo e di farsa in relazione alla possibilità per l’azzurro di giocare regolarmente nonostante l’udienza al Tas di aprile. Si ricorda inoltre come per molti giocatori e addetti ai lavori del tennis il fatto che l’altoatesino sia nuovamente in finale dopo gli Us Open sia una farsa, anche se non vengono fatti i (pochi) nomi di chi realmente la pensa così. Viene ricostruito inoltre in modo sommario l’iter che ha portato all’assoluzione di Sinner da parte dell’ITIA e si fa riferimento a nubi addensate su questa decisione.
L’ATTACCO FRONTALE A SINNER DALLA GERMANIA
Così si legge: “Il fatto che Sinner sia in finale del Grande Slam per la seconda volta consecutiva dopo gli US Open è una farsa per molti giocatori, esperti e osservatori della scena. Il fatto che gli sia permesso di giocare a Melbourne e difendere il suo titolo è insolito: ciò non accadrebbe in altri sport, dato il suo background. Novak Djokovic e Nick Kyrgios hanno criticato in particolare l’approccio in questo caso di doping”.
E ancora: “Nel marzo 2024, l’italiano risultò positivo per due volte allo steroide anabolizzante Clostebol al Masters 1000 di Indian Wells. Tuttavia, il caso divenne pubblico solo cinque mesi dopo, una settimana prima dell’inizio degli US Open. Quasi incredibile: era già tutto chiuso. Le regole dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA), responsabile dei casi di doping, garantiscono che qualcosa del genere sia possibile. Ciò è in contrasto con le normative di altri sport, dove i casi di doping diventano pubblici in tempi relativamente brevi. Nonostante sia risultato positivo due volte, a Sinner è stato permesso di continuare a giocare senza squalifica e persino di vincere gli US Open, il suo secondo titolo del Grande Slam nel 2024 dopo quello di Melbourne. Motivo: non avrebbe potuto farci niente se il suo fisioterapista avesse preso impropriamente un farmaco vietato e poi glielo avesse passato attraverso le mani mentre curava Sinner”.
L’invettiva a questo punto alza ulteriormente i toni: “Ma nel tennis è chiaramente regolato che il giocatore è responsabile delle azioni della sua squadra. Anche per questo motivo l’Agenzia mondiale antidoping (Wada) ha presentato ricorso contro la quasi-assoluzione presso la Corte internazionale di arbitrato dello sport (Cas). Altrettanto sconcertante è il fatto che lì non se ne sia più parlato da molto tempo e che Sinner possa vincere allegramente anche in Australia come se nulla fosse successo. Sinner dovrà solo comparire davanti al Cas di Losanna per l’udienza il 16 e 17 aprile. Rischia una squalifica fino a due anni”, conclude la Bild, che poi cita alcune dichiarazioni dello stesso Sinner e di Zverev in merito al caso della positività al doping e ricorda che se Sinner avesse subito una decurtazione di punti “in tempo reale” Zverev sarebbe già diventato il numero uno del mondo, e che diventerebbe tale qualora ad aprile l’altoatesino fosse effettivamente squalificato.