Continua la caccia al titolo Atp numero 100 di Novak Djokovic. Il 24 volte campione Slam si avvicina al primo grande torneo dell’anno insieme al suo nuovo coach Andy Murray. Il serbo ha iniziato la stagione con la sconfitta deludente a Brisbane contro Opelka e non è stato più fortunato nel sorteggio degli Australian Open: potenziale semifinale con Zverev e quarto di finale con Alcaraz, a cui si aggiunge il primo turno con il giovane emergente Basavareddy (classe 2005). Non sarà facile per il nativo di Belgrado centrare il 100° titolo, ed eventualmente 25° Slam, a Melbourne. A tre giorni dall’inizio dello Slam australiano Djokovic è stato protagonista della nuova cover story del numero di febbraio di GQ Italia. Intervistato da Daniel Riley, direttore dello sviluppo globale dei contenuti di GQ, la leggenda del tennis mondiale ha fatto un punto sulla sua carriera, soffermandosi anche su tanti altri temi: “Penso più al come che al quando. Sul quando, non ci penso ancora così intensamente. Come vorrei chiudere? Immagino che se dovessi iniziare a perdere troppe volte, ad avvertire un divario sempre maggiore con gli avversari e ad avere più difficoltà a superare i veri ostacoli nei tornei di Slam, allora probabilmente la farei finita. Al momento, però, sto bene e continuo ad andare avanti“.
Sui rivali del passato e del presente
“Una parola per ognuno di loro? Roger Federer: Eleganza. Rafael Nadal: Tenacia. Carlos Alcaraz: Carisma. Jannik Sinner: Sci. Il più intimidatorio? Ti rispondo Nadal. Era famoso per questo, ancora oggi corre nei piccoli corridoi dello spogliatoio e mette letteralmente al tappeto chi gli si para davanti. Escono dalla toilette e lui vuole fargli sentire la sua presenza. Capisci? È un messaggio molto fisico. Ti dice: io sono qui. Sto saltando in giro. Sono pronto per una battaglia. Sarò aggressivo con te fin dall’inizio. Dal primo istante sentirai i miei grugniti. Questo intimorisce molti giocatori”.
Sulla collaborazione con Murray
“Murray ha una lettura del gioco eccezionale ed è uno dei giocatori migliori del panorama tennistico. Conosce alla perfezione i miei punti deboli e i miei punti forti. Porterà una ventata di aria fresca al mio gioco e sono sicuro che ne trarrà beneficio in campo e fuori, grazie alla sua mentalità”.
Sui vaccini
“Non sono a favore dei vaccini. Sono un sostenitore della libertà di scegliere ciò che è giusto per te e il tuo corpo. Perciò, non credo sia corretto che qualcuno possa negarmi il diritto di scegliere cosa introdurre nel mio organismo. Sono una persona sana, mi prendo cura di me stesso, sto sempre attento alle mie esigenze di salute e sono un atleta professionista. Sono estremamente cauto su cosa assumo e mi sottopongo regolarmente a esami, analisi del sangue e a qualsiasi altro tipo di controllo. So esattamente cosa sta succedendo. Perciò, non ho sentito il bisogno di farlo”.
Su un futuro impegno in politica
“Molte persone mi chiedono se voglio entrare in politica un giorno perché ritengono che dovrei candidarmi alla presidenza della Serbia. Al momento, non sono interessato perché credo che la scena politica nella nostra regione non sia buona. Non voglio usare parole più dure, ma non vedo come potrei essere utile e dare al mio Paese ciò che merita senza essere. C’è così tanta pressione in questo momento che, anche se entri in politica con buone intenzioni non si va da nessuna parte. Non ho una formazione politica e dovrei studiare e informarmi molto per diventare importante in quell’ambito”.
Su quanto accaduto in Australia nel 2022
“I tre giudici federali hanno inteso questo con la loro sentenza: non erano in grado di mettere in discussione il diritto discrezionale del ministro dell’immigrazione. Si trattava di una questione politica. Non aveva nulla a che vedere con il vaccino, il Covid o qualsiasi altra cosa. Era solo politica. I politici non sopportavano la mia presenza. Per loro, credo, era meno dannoso deportarmi che tenermi lì. ncora oggi, il 99% delle persone non sa perché sono stato cacciato dall’Australia. Su quali basi. La gente crede che io sia stato espulso perché non ho fatto il vaccino. Pensano che ho rifiutato il vaccino e abbia cercato di entrare con la forza in Australia, cosa del tutto falsa. Quando ho avuto dei problemi di salute. E mi sono reso conto che in quell’hotel di Melbourne mi hanno dato del cibo tossico. L’ho scoperto appena sono tornato in Serbia. Non l’ho mai rivelato a nessuno pubblicamente: dalle analisi è venuto fuori che avevo in corpo un livello di metallo pesante davvero alto. C’erano piombo e mercurio. Ero decisamente malato. Sulle prime sembrava un’influenza, una banale influenza. Tuttavia, nei giorni successivi, quello che pensavo essere un male passeggero mi ha debilitato così tanto. Ho avuto diverse ricadute, finché sono stato costretto a sottopormi a una serie di esami tossicologici”.