Novak Djokovic ha vinto tutto, in senso letterale. In Ohio il serbo riempie l’unico spazio vuoto rimasto in bacheca vincendo, finalmente, il Masters 1000 di Cincinnati: non avrà il peso simbolico del titolo di Wimbledon di un mese fa ma il Western & Southern Open rilancia Nole, una volta di più, nella storia di questo sport. Djokovic completa il ‘Golden Masters’ diventando il primo a vincere i nove tornei della categoria ‘1000’ del calendario maschile e sfatando quello che sembrava ormai essere diventato un tabù, addirittura più persistente del Roland Garros ormai caduto da due anni. Erano cinque le finali perse a Cincinnati da Djokovic, tre proprio contro quel Roger Federer piegato in due set nell’epilogo odierno: lo svizzero, che al contrario del suo avversario in Ohio ha il suo 1000 più florido con ben 7 sigilli, questa volta può solo applaudire il suo avversario.
Novak Djokovic ha vinto tutto, e fa strano dirlo mentre la battaglia sul “Goat” imperversa con una linfa vitale restituita dai successi di Federer e Nadal nell’ultimo anno e mezzo. Nel suo anno peggiore, al rientro dallo stop più lungo della sua carriera, il serbo ha saputo ingoiare alcuni bocconi amari dettati dalla troppa fretta per rientrare sul circuito rilanciando le proprie quotazioni nell’ultimo mese con uno Slam e un 1000. Se i numeri delle classifiche all-time ancora non gli danno ragione in entrambe le categorie, considerare Djokovic una spanna sotto gli altri due colossi diventa sempre più difficile: il serbo, dopo aver detenuto tutti e 4 i Major tra 2015 e 2016, raggiunge un altro traguardo al momento decisamente fuori dalla portata per Federer e Nadal, entrambi tra l’altro sotto nel computo degli scontri diretti contro Nole.
Abbandonando però il campo dei paragoni, spesso fine a se stesso, non può non far piacere aver ritrovato anche il terzo dei Fab-4 (in attesa di un Murray ancora costretto ad arrancare). Nella sua storica settimana in Ohio Djokovic ha dimostrato di saper soffrire e di lottare su ogni palla, spuntandola nelle pericolose battaglie al terzo con Raonic e Cilic e innalzando il livello nell’atto conclusivo come solo un top-player sa fare. Nole è tornato ‘cattivo’, l’agonista di un tempo che si sfoga distruggendo l’attrezzo e urlando verso il suo box nei momenti negativi, traendone però sempre energia positiva. Novak Djokovic ha vinto tutto ma non ha alcuna intenzione di fermarsi: il suo sguardo della tigre è già rivolto a Flushing Meadows.