Cecchinato, Berrettini e Giorgi. Il programma degli italiani a Parigi, oggi, è piuttosto interessante. Arrivo al Roland Garros intorno alle 11.45, mentre Cecchinato ha già rifilato un sonoro 6-1 al leggendario Marco Trungelliti. Entro sul campo e, poco dopo, accade di tutto.
Cecchinato serve sul 4-3 e si porta 30-0 ma un paio di smorzate sbagliate, accompagnate da una palla corte stupenda del ‘Trunge’ riportano il parziale in equilibrio. Qui inizia la sfida nella sfida: Cecchinato contro il giudice di sedia. La prima chiamata contro Ceck sembra corretta, ma il siciliano inizia a innervosirsi. La seconda, più dubbia, manda fuori di testa Marco che esclama: “You are so bad, call the supervisor”. Ma il giudice non ne ha alcuna intenzione. La quarta chiamata dubbia è sicuramente sbagliata, con l’arbitro che sbaglia totalmente segno. A quel punto Cecchinato se la prende anche con Trungelliti, salvo poi correggere il tiro in conferenza stampa (“è l’arbitro che deve decidere, il mio avversario ha fatto bene a non esporsi su un determinato segno”). La discussione con il giudice continua: “You are so bad, you are so aggressive” – esclama Ceck. “I respect you, you don’t respect me” risponde l’arbitro. Si arriva al tiebreak, con Cecchinato che contesta ancora una chiamata. Ma dal punteggio di 0-1 il siciliano mette il turbo con sette punti consecutivi. Il terzo set, con Trungelliti totalmente alla frutta fisicamente e mentalmente, è una formalità: 6-1. Al prossimo turno sfida contro Pablo Carreno Busta (qui le parole di Cecchinato in conferenza stampa).
Decido di scambiare qualche battuta con Simone Vagnozzi, coach di Marco Cecchinato, che incontro fuori dalla Players Lounge. Ceck è lì accanto al telefono, mentre passano e si congratulano Sergio Palmieri, Corrado Barazzutti e Tathiana Garbin. Le parole di ‘Vagno’ sono molto interessanti e le trovate qui (link).
È il momento del pranzo, quest’oggi pollo al curry e verdure. Come sempre il commento è: c’è di meglio. Un salto in sala stampa e poi via verso il campo 6 dove sta per finire il match di Fernardo Verdasco contro Guido Andreozzi. Lo spagnolo è in una delle giornata ‘Si’ e impiega meno di due ore per annichilire il pur bravo argentino. È il momento di Matteo Berrettini, che sul campo 6 ha già battuto al primo turno il tedesco Otte. Vicino alla tribuna riservata alla stampa c’è papà Luca Berrettini, che scaramanticamente è posizionato nella stessa sedia del turno precedente. A quel punto faccio la stessa cosa. Accanto a me nel corso del match, tra i colleghi, il buon Marco Mazzoni, per alcuni game Valentina Clemente (ma il sole l’ha fatta scappare) e Daniele Flavi. Per lunghi tratti presenti anche Adriano Albanesi (a Parigi nel ruolo di coach di Tsurenko) e Roberto Fabbiano, fratello di Tommy. Saluto nella tribuna opposta il collega di Milan Tv Giuseppe Pastore, grande appassionato di tennis, e inizio a soffrire (per la tensione, dato che ho visto crescere Matteo alla Corte dei Conti sin da quando era undicenne, ma anche per il caldo particolarmente “interessante”).
Il match è come ce lo aspettiamo tutti. Servizi che dominano o quasi e poche occasioni da sfruttare in risposta. Il momento decisivo, sul punteggio di un set pari, arriva sul 5-3 Berrettini e servizio nel terzo: Matteo lotta, si procura un set point, lo sbaglia malamente e perde la battuta. Ma nel game successivo gioca in maniera fantastica e chiude il set 6-4 con un break. Nel quarto, dopo alcune occasioni sprecate e un importantissimo quinto game vinto ai vantaggi, Matteo realizza un nuovo break e chiude 6-3 tenendo in maniera impeccabile il servizio. Stanco ma raggiante, Berretto si racconta così in conferenza stampa (link).
È il momento di Camila Giorgi, opposta a Mariana Duque Marino. La mia mente torna indietro nel tempo al 2012 quando, alla mia seconda apparizione parigina, vidi lo stesso match in un primo turno di qualificazione. Quest’anno la vittoria di Camila pare quasi scontata, anche se il punteggio finale di 6-0 6-3 è un po’ bugiardo. La Giorgi, infatti, ha affrontato ben 8 game ai vantaggi vincendone però 7! A seguire il match ci sono Sergio Giorgi con lo sparring Gianluca Beghi e, nella tribuna opposta, Tathiana Garbin (molto contenta di poter contare, nel prossimo futuro, su Camila in Fed Cup. L’intervista a Tathy la troverete domani su Sportface). C’è anche il grande appassionato Lorenzo Di Prima, che sta seguendo tutti gli italiani in questi giorni con il suo inconfondibile cappello del Palermo. Camila comunque dal vivo, da due passi, è sempre uno spettacolo. La palla viaggia, i colpi sibilano, speriamo possa far bene anche al prossimo turno.
Si torna verso casa. Oggi si è deciso, col fido Marco Mazzoni, di ravvivare la serata: ristorante spagnolo ‘Casa Pepe’ nel quartiere latino e via a dormire. Domani Fognini e Fabbiano, ma anche tanti match interessanti, così come le interviste da realizzare.