Desta ancora molta perplessità il Transition Tour applicato quest’anno, formula secondo cui i giocatori con ranking Atp ora sono meno di 700. Parecchi dubbi anche sulle nuova classifiche ITF, dove all’apice c’è David Perez Sanz, spagnolo classe 1994 e con un best ranking da 216. “A nessuno piace il cambiamento – afferma lui stesso – molti smetteranno di giocare a tennis. Ad agosto dello scorso anno ho provato a giocare un Challenger negli Stati Uniti così da poter avere una classifica Atp nel 2019. Ricordo di aver perso 7-6 al terzo set con Mikael Ymer. Alla fine sono tornato ai Futures e ho concluso l’anno molto bene”. Così bene che ora che occupa la prima posizione del ranking ITF.
Infatti, come spiegato da Perez Sanz, i punti dei Challenger permettono di entrare nella classifica Atp, a differenza dei Futures, che regalano qualche punto solo in occasione di semifinale o finale nei tornei maggiori.
E sulle spese per i viaggi, lo spagnolo conferma le difficoltà: “E’ complicato, sì. Nel mio caso, ho viaggiato da solo in molti tornei a causa di esigenze economiche. Il mese scorso, ad esempio, ho pagato il mio biglietto di andata e ritorno in Australia € 1.000. Se vuoi andare con un allenatore, sono 1.000 € in più. Poi dobbiamo aggiungere il soggiorno, i pasti … il tennis è uno sport molto impegnativo dal punto di vista economico. Ma a volte noti che hai bisogno di un compagno di viaggio, un allenatore che ti corregge quotidianamente per non perdere tutto ciò che hai imparato”.
“Quello che vedo è che i cambiamenti – spiega l’iberico – a livello economico, si verificano nei grandi tornei. Nei Futures e Challenger è sempre lo stesso. Quest’anno hanno ampliato i posti nei Challenger ma non hanno aumentato il montepremi, non danno più soldi. Dobbiamo adattarci”.
Perez Sanz conclude: “Solo i primi quattro della classifica ITF possono avere determinati vantaggi. In questo momento, essendo il numero 1, entrerei in qualsiasi Challenger. Ma ora non ho classifica, ho rimosso tutti i punti e devo ricominciare da capo”.