Circa un mese fa Jasmine Paolini e Anna Kalinskaya si affrontavano sulla Margaret Court Arena di Melbourne in un match che metteva in palio il primo quarto di finale Slam della carriera per entrambe. Una grande chance, la più importante della carriera, per le due giocatrici. Il match lo vinse la russa, anche abbastanza agilmente, mostrando un repertorio di un livello che poche volte – anche a causa di molteplici infortuni – ci aveva fatto vedere in precedenza. Evidentemente, quell’ottavo di finale un po’ a sorpresa, tra due che potevano senza dubbio essere considerate delle outsiders, racchiudeva in se qualcosa di più rispetto ai soliti discorsi di tabelloni da sfruttare e teste di serie alte eliminate anzitempo.
Paolini e Kalinskaya poche settimane dopo si ritrovano di nuovo contro per un match che sostituisce quello precedente per importanza, probabilmente: in palio un titolo di una discreta importanza, un 1000, la massima categoria dopo gli Slam. A testimoniare la portata dell’impresa di Jasmine, vale la pena ricordare come sia soltanto la quinta nostra portacolori a giocarsi un titolo di questo livello: prima di lei Francesca Schiavone, Flavia Pennetta, Sara Errani e infine Camila Giorgi nella splendida settimana estiva di Montreal 2021. La tensione da ambo le parti sarà tanta: la toscana dopo aver trionfato nella sua prima finale WTA a Portoroz ha poi perso le successive tre a Cluj, Palermo e Monastir e prova ad interrompere questa striscia negativa con il botto in un torneo di tutt’altro spessore. Per Kalinskaya è addirittura la prima finale assoluta sul circuito maggiore.
Pleonastico ribadire come il momento sia il migliore delle rispettive carriere. Dalla scorsa estate Jasmine, grazie allo straordinario lavoro svolto con Renzo Furlan – ormai suo coach da una vita -, è un’altra giocatrice. Step by step, con tante prime volte: i primi quarti in un 1000, la prima volta testa di serie in uno Slam, l’ingresso nella top-30, il primo ottavo Slam, poi la top-25. Ora la semi e la finale 1000 e anche un posto tra le prime 20. E chissà, magari qualcosa in più: conquistando il titolo sarebbe n°14, perdendo invece dovrebbe accontentarsi della posizione n°17.
Dall’altro lato della rete, però, c’è un’altra giocatrice anch’essa in crescita costante. 15 vittorie e 4 sconfitte in quest’anno solare, addirittura quattro successi ai danni di giocatrici top-10, con la ciliegina sulla torta rappresentata dalla semifinale dominata ieri in due set sulla numero uno del mondo Iga Swiatek, che in questi tornei in Medio Oriente negli ultimi anni era stata pressoché imbattibile. Per le affermazioni di prestigio, il livello di gioco mostrato più volte in questi primi due mesi dell’anno e quel precedente di Melbourne che non può non essere preso in considerazione, verrebbe da indicare Kalinskaya come naturale favorita della partita. Detto ciò, una finale ha spesso una storia a se e Jasmine può e deve giocarsi le sue carte al meglio.