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“Niente, nel comunicato stampa del CIO, mi offre sicurezze sul fatto che Peng stia bene, che senta di non essere oggetto di ritorsioni o costrizione. Hanno preso il controllo della situazione perché temono per la narrazione intorno a Pechino”. E ancora “Sinceramente, è vergognoso vedere il CIO partecipare a questa farsa del Governo cinese“. Queste sono le dichiarazioni rispettivamente di Nikki Dryden ed Elaine Pearson, avvocato per i diritti umani e direttrice di Human Rights Watch. Entrambe le professioniste hanno criticato aspramente la comunicazione del Comitato Olimpico Internazionale sul caso Peng Shuai; essa, infatti, secondo Dryden e Pearson, oltre che poco trasparente, sarebbe pura propaganda per non macchiare l’immagine della Cina a livello sportivo. Dopo aver denunciato un abuso sessuale da parte di un politico cinese, la tennista in questione è scomparsa per circa 20 giorni. Una videochiamata con il Cio, per rassicurare tutti e chiedere privacy, sembrerebbe risolutiva; questo, però, non secondo il parere della Wta, ad esempio, la quale ha richiesto un’indagine accurata sulla vicenda.
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