“Il rammarico è per Fabio Fognini che ha giocato otto set, tre in singolare e cinque in doppio, ma abbiamo portato a casa un solo punto. Speriamo che per domani possa recuperare e giocare bene”. È il rammarico di Corrado Barazzutti, capitano dell’Italia indietro 1-2 contro un’abbordabile Argentina nei quarti di finale della Coppa Davis.
Ma è il rammarico di qualunque tifoso italiano. Perché nell’ultima giornata del weekend di Pesaro la strada per gli azzurri è durissima: prima Fognini dovrà battere Federico Delbonis, superato in tre precedenti su quattro ma sempre al termine di match lottati, l’ultimo giocato quindici giorni fa Wimbledon e chiuso in cinque set; poi Andreas Seppi, se recupererà dai problemi fisici, dovrà superare Juan Martin Del Potro, apparso oggi ancora lontano dagli antichi standard ma comunque pronto a sostituire il deludente Juan Monaco e nettamente favorito contro il numero due azzurro (e a maggior ragione, se Seppi non dovesse farcela, contro Lorenzi o Cecchinato).
Il rammarico è davvero grande. Ma non per la sconfitta nel doppio o per il passo falso di Seppi, dal quale era comunque lecito attendersi qualcosa in più nel primo singolare. Il rammarico sta nel campo senza luci allestito a Pesaro. Un autogol che l’Italia sta pagando a caro prezzo. Difficile prevedere la pioggia a metà luglio dopo venti giorni di grande caldo, ma la pioggia è arrivata, ha fatto slittare il programma della prima giornata e impedito a Fabio Fognini di scendere in campo alle 19.30. Non in tarda serata, ma alle 19.30, quando il giudice arbitro ha preferito rinviare il secondo singolare al giorno successivo, perché con un’ora e mezzo di luce (nella migliore delle ipotesi) il match non avrebbe potuto concludersi.
Una decisione logica, ma letale per l’Italia e per il ligure, che questa mattina ha impiegato un’ora e 40 minuti per liberarsi di Juan Monaco. Se avesse potuto giocare ieri, come avrebbe preferito, sarebbe stato un semplice allenamento smaltito rapidamente con il riposo notturno. E invece, purtroppo, la fatica fatta questa mattina Fognini l’ha scontata nel quinto set del doppio: dopo aver guidato Paolo Lorenzi alla rimonta, Fabio non ha saputo capitalizzare le tre palle break procurate sul 3-2 proprio dal senese, in trance agonistica dopo un match con più ombre che luci.
Occasioni decisive per il doppio e probabilmente per l’intero quarto di finale. Perché domani alle 12.30 Fognini dovrà tornare subito in campo e battere il riposato Delbonis, compito tutt’altro che agevole, per regalare una flebile speranza all’Italia, sperando che Del Potro paghi la fatica fatta oggi e soprattutto il lungo periodo passato lontano dai campi per i noti problemi fisici.
In caso contrario all’Italia intera, oltre che al capitano Corrado Barazzutti, resterà un rimpianto enorme: perché, dopo aver approfittato delle assenze di Roger Federer e Stan Wawrinka nel primo turno contro la Svizzera, questa Argentina era avversario decisamente alla portata di una squadra azzurra ancora senza giovani ricambi ma come sempre con un grande cuore.