Matteo Berrettini parla a Malaga del suo processo di ritorno al circuito ATP, dopo l’infortunio alla caviglia patito negli ultimi US Open. Sincero in ogni momento, l’italiano confessa i momenti più difficili degli ultimi mesi mentre accompagna la squadra italiana, questa settimana, in Coppa Davis.
“Ci sono molte cose per cui ero triste. Innanzitutto non potevo competere, ed è questo che amo – racconta l’azzurro -. Purtroppo mi sono infortunato più volte, ma ho sempre trovato la motivazione, la sfida di tornare e concentrarmi sul lavoro, ma adesso non la sentivo. Stavo davvero soffrendo, ho avuto dei crolli mentali. Sono successe tantissime cose, non ero preparato ad affrontare questa sfida. Per me è stato molto importante fermarmi e prendermi un po’ di tempo, il corpo e la mente vanno di pari passo“.
Riguardo al 2024: “Spero di iniziare in Australia. L’obiettivo è giocare quante più partite possibili l’anno prossimo. Sto lavorando duro per essere pronto. Adoro giocare in Australia, ho dei bellissimi ricordi lì, è un torneo a cui mi piace partecipare“.
Berrettini ha parlato poi della valanga di odio ricevuta sui social. “All’inizio non riuscivo a capire come un tennista potesse ricevere così tanti commenti negativi, cattiva stampa o altro, semplicemente per aver fatto ciò che ama nel miglior modo possibile. Sono rimasto sorpreso, ma mi sono concentrato su me stesso, cosa mi piace fare e chi sono. So cosa ho ottenuto durante la mia carriera, so cosa voglio fare, cosa mi rende felice, quindi questo è l’obiettivo in questo momento. Molte persone mi mandano messaggi, il supporto è sempre stato fantastico“.
“Il cammino di Jannik alle ATP Finals? Ho sempre saputo che poteva fare qualcosa del genere. È qualcosa che senti quando giochi con un giocatore di alto livello. Era ora“. Berrettini conclude parlando del suo futuro allenatore: “Sto finendo di organizzare tutto, appena lo avrò lo dirò. Sto prendendo le decisioni finali, cercando di capire cosa è meglio per me e per il mio futuro. Non ho niente da dire per ora“.