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Da Bologna
“Sono uno che prende la vita con leggerezza”. Matteo Arnaldi si riassume così dopo la vittoria su Cristian Garin che ha regalato all’Italia il primo punto nella sfida di Coppa Davis contro il Cile. Questa è una delle chiavi dei recenti risultati e di un successo maturato in rimonta per 2-6 6-4 6-3. Il sanremese è umano, come tutti avverte la tensione, ma ha la dote di saper abbracciare certe sensazioni e gestirle con una lucida visione d’insieme proiettata a lungo raggio. “Lo hanno visto tutti, all’inizio ero un po’ nervoso. Garin ha approcciato meglio di me e anche con il dritto, suo punto debole, era partito molto bene – ha analizzato Arnaldi in conferenza stampa – Sono rimasto tranquillo perché sapevo che sarebbe arrivata una chance. L’ho sfruttata e poi nel terzo set la sfida si è indirizzata dopo quel game infinito in cui ho avuto bisogno di diverse palle break”.
Dopo l’esordio in doppio al fianco di Simone Bolelli, la prima volta in singolare ha avuto tutto un altro sapore: “Sono venuto qui per giocare, non per stare in panchina. Ringrazio Volandri per la fiducia, Garin ha più esperienza ma io sto molto bene in questo momento. Arrivavamo dalla sconfitta contro il Canada, ma io non vedevo l’ora di entrare”. Reduce dagli ottavi di finale agli US Open, il classe 2001 sta vivendo un’estate da sogno dove ha calcato palcoscenici di grande prestigio: “L’Arthur Ashe o qui a Bologna? Sono cose diverse. A New York giocavo per me stesso, dopo tre vittorie avevo meno pressione e sapevo di poterci provare contro Alcaraz. Qui giochi per il tuo Paese e per il pubblico, quindi provi a stare sempre aggrappato al match anche per loro. L’emozione di debuttare in singolo è stata tutta un’altra cosa. Doppio? Deciderà il capitano dopo i singoli come al solito, adesso pensiamo al match di Sonego”.
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