Jerzy Janowicz è sempre stato un atleta apprezzato da appassionati ed addetti ai lavori, per il suo stile controverso, estroso, efficace, che ha fatto di lui una scheggia matta del circuito professionistico maschile per diversi anni. Alcuni gravi infortuni hanno frenato l’ascesa del polacco, culminata con una strepitosa semifinale a Wimbledon nel 2013 e, di fatto, conclusasi con un ritiro per infortunio al Challenger di Bratislava, nel 2017.
Le fastidiose defezioni fisiche di Janowicz hanno come fulcro il braccio, la spalla e i piedi, parti del colpo naturalmente molto stimolate dalle caratteristiche prorompenti sin da subito palesate. Fra i colpi maggiormente incisivi vi è la prima di servizio, rapidissima, elegante, quasi sempre letale, croce e delizia di un tennis spesso straripante del polacco, ma altrettanto frequentemente fragile, non solo per negativi risvolti fisici.
Il ritorno di Janowicz è stato segnato dal Challenger di Rennes, a gennaio 2020, durante il quale ha mostrato segni di ripresa. I suddetti segnali sono stati confermati dalle sue performance sin qui convincenti nel corso del Challenger di Pau, in Francia, mediante i successi solidi contro Lorenzo Giustino e Hugo Grenier, che lo hanno proiettato in semifinale. In merito alla vittoria del polacco contro l’azzurro precedentemente menzionato, è intervenuto ai microfoni di Sportface.it coach Gianluca Carbone: “Ho visto benissimo Janowicz, servizio parecchio solido come qualche anno fa. Lorenzo ha giocato come doveva – ha proseguito l’allenatore di Giustino – non poteva fare più di così, dunque nessun rimpianto. Ripeto, il servizio del polacco è tipico dei più grandi, dei giganti, come Opelka o altri: ha un movimento corretto, molto buono tecnicamente, difficilissimo da decifrare“.
In seguito Carbone ha offerto le sue impressioni concernenti i progressi di Janowicz stesso: “Da fondo campo ha tenuto molto bene – ha rivelato l’ex coach di Elena Bovina – seppur penso che non sia ancora al massimo del suo rendimento. L’ho visto un po’ lento sugli spostamenti laterali, anche se il suo dritto piatto è sempre molto forte ed aggressivo. A rete gioca sempre bene, ma confermo che ha bisogno di lavorare molto sugli spostamenti laterali. Senza dubbio, qualora mantenga percentuali elevate al servizio, non ha bisogno di scambiare con frequenza. Penso che se continui così, rientrerà in forma tra pochi mesi“.