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Seguito a Roma come un’ombra da Fabio Gorietti, coach che lo segue da diversi mesi, Gianluigi Quinzi non tradisce le attese dei numerosi appassionati che lo hanno seguito al 100mila $ +H su terra battuta disputatosi al circolo Garden, organizzato dal mitologico Pancho Di Matteo e supervisionato dall’istrionico Nicholas Stellabotte, l’arbitro italiano attualmente più stimato dai giocatori. Il marchigiano di Porto San Giorgio, con il papà in tribuna, ha raggiunto le semifinali del prestigioso Challenger romano che precede il Master 1000 del Foro Italico e che richiama sempre tantissimi giocatori di livello. Finalmente Gianluigi è tornato a giocare un tennis convincente e da aprile ha collezionato prima la vittoria al Challenger di Francavilla, poi buoni quarti di finale a Ostrava ed ora questa semifinale al Garden, che lo proietta al numero 247 ATP, non lontanissimo dal suo best ranking. Con un rovescio naturale e servizio e diritto migliorati per Quinzi si aprono prospettive interessanti, soprattutto ora che sembrano dietro le spalle i propositi di abbandono del tennis che qualche osservatore paventava. In realtà Gianluigi aveva bisogno solo di trovare l’ambiente giusto e a Foligno da Gorietti pare rinato. Al Garden, torneo vinto poi dal redivivo Pavlasek, ha brillato almeno fino ai quarti anche la stella di Bolelli che si è dovuto fermare precauzionalmente per un infortunio. Grandissimi i progressi mostrati dal bosniaco Brkic che da quando è allenato dal Coach Alberto Castellani, sembra un altro giocatore: il talento non è mai mancato, ora la grande esperienza del tecnico umbro potrebbe definirne la consacrazione.
Nel più ricco Challenger della settimana, ad Aix En Provence (150mila $+H, terra) Gianluca Mager in progresso, supera le quali e poi elimina prima l’ex top 10, il lettone Gulbis, poi la giovane speranza francese Benchetrit, prima di arrendersi nei quarti a Bernard Tomic, non proprio l’ultimo arrivato, che poi però è andato a sbattere contro il vincitore del torneo, l’australiano Millman. Corposa salita nel ranking per il sanremese Mager, che si attesta al numero 341 ATP, conquistando 41 posti in una settimana. A Karshi in Uzbekistan (75mila$+H, Hard) il successo è andato al bielorusso Gerasimov, rientrato da un paio di mesi da un infortunio; subito fuori i due azzurri Basso e Bega. In Sud Corea, a Gimcheon (50mila$ +H, Hard) in un torneo senza italiani in tabellone, il qualificato giapponese Nishioka, ex top 60 e fermo praticamente l’intera stagione scorsa dopo Indian Wells, vince il torneo sconfiggendo in finale la testa di serie numero 2 del tabellone, il canadese Pospisil. A Braga su terra battuta portoghese (50mila$+H) il padrone di casa Pedro Sousa si porta a casa il torneo in finale contro la promessa norvegese Casper Ruud. Lorenzo Giustino il migliore dei nostri, giunto al secondo turno.
A livello Futures exploit per Alessandro Petrone che a 27 anni vince il suo primo titolo in singolare sulla terra Ucraina di Rivne, nel 15mila$ su terra battuta, superando in finale l’altro azzurro Luca Giacomini, tennista tascabile (alto 170cm, una eccezione nel tennis moderno) dotato di una esplosività pazzesca, un gioco di gambe formidabile e una lettura tattica dei match che lo rende di buona prospettiva. Per Petrone ci sarà il best ranking vicino alla posizione numero 400 del mondo con l’obiettivo Challenger sempre più vicino.
In Uganda F2 (15mila, terra) in un field non irresistibile, Ornago batte in finale Ivan Nedelko, russo di 32 anni, vincitore la settimana scorsa qui in Uganda. Questo torneo con un campo di partecipazione così modesto, poteva essere un’ottima occasione per i nostri, sfruttata solo da Ornago e in parte da Lorenzo Bocchi che si è portato a casa 1 punto ATP. Nel più ricco Futures della settimana, a Wuhan sul cemento cinese (25mila$) secondo successo consecutivo per il padrone di casa Rigele Te, che ha sconfitto in finale il finlandese Heliovaara.
In Sudamerica sulla terra della moderna città di Brasilia finale tra Gutierrez e Zormann, vinta da Oscar Gutierrez, 25enne senza passato giovanile che con questo risultato si assicura la top 500, suo best ranking. Il tennis brasiliano esulta per un’altra finale tutta giallo-verde anche sulle terra del Cairo in Egitto (15mila$) vinta da Meligeni Rodrigues Alves sull’ex numero 1 del mondo a livello Juniores Orlando Luz. Semifinale per Licciardi e quarti per Bortolotti in questo torneo.
L’ungherese Valkusz vince il torneo casalingo su terra battendo la testa di serie numero 1 Horansky senza perdere nemmeno un set e conquista il suo secondo titolo a soli 19 anni: non dimentichiamoci che nel 2016 anche lui è stato numero 1 al mondo da Junior.Peter Kobelt trionfa in israele sul cemento, mentre sempre sul veloce in Messico è il boliviano Zeballos a portarsi a casa il trofeo e 18 punti ATP. Sulla terra polacca di Wisla finale tra il tedesco Meis e il lettone Martin Podzus, in un torneo che ha visto i nostri Iannaccone e Sinner giungere al secondo turno.
In Svezia a Karlskrona, su terra battuta, lo statunitense Alexander Ritschard vince a 24 anni il suo primo titolo professionistico. Il 35enne francese David Guez conquista il Futures tunisino di Jerba, su superficie veloce: il marsigliese dalla lunghissima carriera sta trovando una seconda giovinezza in questa stagione dove ha già vinto 2 tornei (entrambi in Tunisia) e ha fatto anche semifinale al Challenger di Glasgow e quarti al Challenger di Lille. Un altro francese, il gigantesco Okala, senza perdere nemmeno un set si porta a casa il settimanale torneo di Antalya su terra. Infine in Vietnam, sul veloce, è il giapponese Noguchi a vincere: 19 anni e numero 900 del mondo, non ha un background clamoroso da Juniores ma voci di corridoio lo danno come una futura possibile stellina.