Non ha pace Sara Errani. Nell’udienza d’arbitrato al Tas del 9 novembre, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sono stati chiesti due anni di squalifica da parte di Nado Italia, l’organizzazione nazionale antidoping del nostro Paese. Sulla base del precedente di Niccolò Mornati, canottiere squalificato per due anni a causa della positività all’anastrozolo, inserita nella stessa categoria del letrozolo (sostanza incriminata nel caso della tennista azzurra), l’accusa dell’antidoping italiano ha incalzato la tossicologa Donata Favretto (perito della Errani). Via Skype anche l’intervento della direttrice del laboratorio di Montreal Christiane Ayotte, colei che trovò la positività di Mornati il 16 febbraio 2016.
Nove ore pesantissime per la Errani, per due volte scoppiata in lacrime, prima nel ricostruire la vicenda e poi dopo aver ascoltato la richiesta Nado: due anni di squalifica o in subordine una sentenza di giustizia, compresa tra minimo e massimo. Interrogata anche la mamma della tennista, Fulvia Errani, a cui è stato chiesto di descrivere l’organizzazione della propria cucina per desumere elementi sul fatto, trattandosi di semplice errore (“bad mistake”, come definito dall’Itf) o qualcosa di diverso.
Alla fine dell’udienza, l’Itf ha chiesto la conferma dei due mesi di stop già scontati dalla tennista, ma la sentenza inappellabile del Tas arriverà entro Natale. Nel frattempo Sara proverà a concentrarsi sul tennis giocato andando alla ricerca di importanti punti per risalire nel ranking (che adesso la vede al numero 143) per entrare direttamente agli Australian Open senza passare dalle qualificazioni: nelle prossime settimane dovrebbe infatti essere al via nei 125k di Taipei e Honolulu.