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La parola è passata al campo con lo spettacolo di Wimbledon ma dietro le quinte dell’Atp l’aria non è affatto serena. Regna il caos dopo il meeting del Council tenutosi a Londra e che ha portato a diverse dimissioni tra cui quelle di Haase, Vallverdu, Jamie Murray e Stakhovsky. Proprio l’ucraino ha tuonato attraverso i social, strumento utilizzato senza troppi peli sulla lingua, spiegando la sua scelta con parole dure: “Era bello rappresentare i giocatori ma noi non contiamo nulla, è solo un gioco di vendette”. Tra le questioni in sospeso c’è la nomina per sostituire Gimelstob, condannato per violenza ma i 10 membri non hanno trovato un accordo sui candidati Nicolas Lapentti e Weller Evans, quest’ultimo etichettato come alleato del dimissionario Gimelstob. Resta ancora da decidere anche il futuro del CEO dopo il mancato rinnovo del contratto di Kermode, sul quale pesa la scelta di aver voluto contrastare in maniera eccessiva l’Itf con nuove competizioni a squadre.
“Ci sono tante situazioni strane all’interno dell’organizzazione. Ci sono molti cambiamenti importanti in programma, molte cose stanno andando nel verso sbagliato ma non posso dire di più. Abbiamo tempo entro la fine dell’anno di aggiustare le cose con un nuovo Council”, ha dichiarato Feliciano Lopez dopo il suo esordio vincente contro Giron. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Stan Wawrinka: “Si è solo parlato di effettuare alcuni cambiamenti, ma non è stato detto cosa fare per migliorare questo sport. Non si tratta solo di prize money, in tanti si sono dimessi o sono stati licenziati: vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane”.
Secondo Kevin Anderson il problema principale non riguarda la trasparenza: “Ci sono diverse cose che potremmo fare meglio e la comunicazione è tra queste. E’ sempre difficile trovare un giusto equilibrio tra informazioni che possono o non possono trapelare. Sono nel Council da sette anni e la parte. Mi dispiace per queste dimissioni, capisco la loro frustrazione. Molti dei giocatori non sanno nemmeno chi siano i membri. Quante volte mi è stato chiesto “Allora sei nel Council?”, “Sì lo sono”, ci passo sette-otto ore ogni volta per i nostri incontri“.
Il presidente del Council Novak Djokovic ha provato a fare chiarezza: “Ho incontrato Gimelstob ma non abbiamo parlato del suo ruolo. Sono contento che la maggior parte dei giocatori sia rimasta dopo l’incontro dell’altro giorno. Weller Evans è stato nominato a interim per i prossimi sei mesi, riapriremo il processo quindi a fine anno – ha spiegato il numero 1 al mondo – Lo stallo creatosi durante il meeting di Roma non credo si sia mai verificato nella storia politica dell’Atp”.
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