
Jannik Sinner e Darren Cahill - Foto Juergen Hasenkopf/IPA
Darren Cahill, coach di Jannik Sinner, ha rilasciato una lunga intervista al “Tennis Insider Club Podcast”, condotto dalla tennista francese Caroline Garcia. Una lunga chiacchierata in cui ha raccontato diversi retroscena sul numero uno del mondo, elogiato anche per la sua maturità: “Ci sono giocatori che riescono a non portarsi i problemi della vita di tutti i giorni in campo, riescono a separare le cose. Jannik lo fa, il suo scopo è competere, giocare e divertirsi. È un ragazzo molto maturo per la sua età, sotto molti aspetti. Ma è comunque molto giovane e ha bisogno di vivere. È fondamentale che i giovani siano loro stessi, devono poter vivere la loro vita senza che il tennis li consumi completamente. Se tutto ruota attorno al tennis, reggi per qualche anno ma poi finirai per odiarlo”.
“Una cosa incredibile che mi ha detto Jannik – prosegue Cahill – è ‘non preoccuparti delle critiche di coloro da cui non accetteresti consigli’. È una frase nota, ma detta da lui mi ha colpito”. Un vero orgoglio nazionale: “L’Italia è giustamente fiera di lui, non c’è nulla di cui non essere orgogliosi”.

L’incontro con Sinner e il lavoro con Jannik
Cahill, che segue Jannik insieme a Simone Vagnozzi, ha poi raccontato i primi tempi in cui ha visto giocare Sinner, fino al loro incontro: “Cinque o sei anni fa l’ho commentato per ESPN. Dal modo in cui colpiva la palla, il suono della palla quando usciva dalla racchetta, come si muoveva… Sapevo che sarebbe diventato un grande giocatore. E aveva anche un grande allenatore, Riccardo Piatti – ha ricordato Darren –. Poi Jannik ha avuto bisogno di una voce diversa, così la nostra collaborazione è cominciata. Tre o quattro settimane, senza la certezza di continuare. A Eastbourne ha perso al primo turno contro Tommy Paul, ma Jannik non aveva mai vinto sull’erba prima. Poi ha vinto qualche partita e abbiamo continuato insieme”.
“Abbiamo apportato delle modifiche al suo servizio, alla transizione a rete, al rovescio slice. Lui è sempre disposto a provare per migliorare. Ora sta inserendo anche qualche servizio e volée di tanto in tanto, anche se non è molto naturale per lui – ha aggiunto –. È consapevole che, per rimanere al vertice, dovrà evolversi nei prossimi dieci anni”.
Il fattore Alcaraz
Cahill ha poi parlato dell’arrivo di una figura come Carlos Alcaraz, e di come ha influito sul futuro di Sinner: “L’arrivo di Carlos così giovane e già con il pacchetto pronto è stato positivo per Jannik. Ha potuto vedere e comprendere che un solo stile di gioco non è sufficiente per affrontare tutti. Devi eccellere in alcune cose, ma devi essere buono anche in altre”.
Gli ultimi dodici mesi
Infine, inevitabile un commento su quanto è successo nell’ultimo anno, con la lunghissima vicenda Clostebol con cui Jannik ha dovuto convivere a lungo, gestendo allo stesso tempo l’ascesa fino alla prima posizione nel ranking mondiale. Una vicenda che si è poi chiusa con il patteggiamento di tre mesi di squalifica, che lo porterà a tornare a Roma. “Negli ultimi dodici mesi ha attraversato un periodo difficile – ha ammesso Cahill –. Il nostro compito è stato quello di proteggerlo, fargli capire che non ha fatto nulla di sbagliato e che può continuare a camminare a testa alta negli spogliatoi, fiero della persona che è”. Eppure, anche nella difficoltà di questo anno trascorso nella totale incertezza nella battaglia contro la Wada, Sinner ha dimostrato ancora una volta la sua tenuta mentale e la sua maturità: “Ha affrontato una situazione complicata e, anche se sapeva di non aver fatto nulla di sbagliato, non sapeva quale sarebbe stato il verdetto finale”, ha concluso Cahill.