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Cahill difende Sinner: “Non l’avrebbe mai fatto intenzionalmente, ora può lasciarsi tutto alle spalle”

Darren Cahill
Darren Cahill - Foto Ray Giubilo

Darren Cahill ha preso le difese del suo allievo Jannik Sinner dopo i falliti test antidoping che gli sono costati i punti e il montepremi del torneo di Indian Wells 2024, ma non la squalifica. “Non avrebbe mai fatto nulla di tutto ciò intenzionalmente – ha detto il supercoach australiano -. È una situazione sfortunata, ma la verità è venuta fuori: non c’è nessuna colpa, nessuna negligenza e se tutto va per il verso giusto potrà lasciarsi tutto alle spalle“. Cahill ha poi aggiunto che al diretto interessato e al suo team è stata resa nota la situazione solo dopo la vittoria nel Masters 1000 di Miami, e la prima sospensione era per quella settimana.

Nell’intervista a Espn, Cahill ha quindi analizzato l’accaduto per filo e per segno, fin dall’inizio: “A Indian Wells, Giacomo Naldi, fisioterapista di Sinner, si è tagliato un dito con un tronchesino che usava per trattare i calli ai piedi di Jannik. Io non ho visto nulla perché in quel momento nella stanza con lui c’era solo Umberto Ferrara, il preparatore atletico di Sinner. Quando sono arrivato si stava fasciando il dito: gli ho chiesto se potessi aiutarlo ma lui mi ha tranquillizzato sulla ferita“.

Cahill ha quindi proseguito: “Più avanti Sinner ha notato il taglio e ha chiesto a Giacomo cosa fosse e se stesse usando pomate o creme per curare il dito. Lui ha risposto di no, ed era vero in quel momento, ma poi Ferrara gli ha offerto lo spray che si portava dietro per ragioni personali. Giacomo ha quindi utilizzato lo spray durante la settimana senza che noi lo sapessimo, continuando a trattare Sinner: in questo modo la sostanza è passata da lui a Jannik“.

Noi l’abbiamo scoperto dopo Miami, quando Jannik è stato avvisato di essere risultato positivo al test antidoping a Indian Wells. Abbiamo immediatamente rintracciato la fonte della contaminazione, capendo che doveva essere colpa di quello spray, e la storia è stata chiarita – ha concluso il supercoach – La spiegazione è stata accettata e Jannik, che non aveva colpe, ha ricevuto il permesso per continuare a giocare. Forse è il ragazzo più professionale con cui abbia mai lavorato in carriera, non avrebbe mai imbrogliato volontariamente“.

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