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Buon compleanno Roger Federer: trentasei anni e non sentirli

Roger Federer - Foto Ray Giubilo

Roger Federer compie oggi trentasei anni. Lo svizzero trascorrerà questo giorno speciale in Canada, a Montreal, dove giocherà il tradizionale torneo Masters 1000 che si svolge addirittura dal 1881 a sede alternata con Toronto ed ha visto Federer trionfarvi per due volte, nel 2004 e nel 2006. In tre occasioni (2007, 2010 e 2014) si è fermato in finale, battuto da Djokovic, Murray e Tsonga. Quest’anno, forte della seconda testa di serie, farà di tutto per conquistare per la terza volta l’ambito trofeo d’avvicinamento agli US Open.

Nonostante il suo debutto contro Polansky sia stato programmato per mercoledì, Roger si è già allenato sul Campo Centrale della struttura e ad assisterlo erano presenti oltre 6.000 persone, dato che fa ben capire quanto questo giocatore sia amato in tutto il mondo.

Spegne trentasei candeline quel giocatore che, da Juniores, ha dovuto fare i conti con diversi problemi comportamentali, risolti poi col passare del tempo. “FedExpress”, uno dei tanti nomignoli con cui viene nominata la leggenda di Basilea, ha dimostrato nel corso della sua lunga carriera di provare un amore incondizionato per il tennis, riuscendo ad accaparrarsi l’affetto e la stima non solo del pubblico, ma anche di colleghi e addetti ai lavori.

A contraddistinguerlo dagli altri, la classe sopraffina, la grande serietà e la voglia di non mollare mai nemmeno in momenti difficili. Negli anni, Federer ha lasciato parlare il campo, battendo talmente tanti record che si potrebbe comodamente redarre un’enciclopedia dedicata alle sue imprese: al momento, è il giocatore più vittorioso a Wimbledon, il più longevo in cima alla classifica ATP, il vincitore del maggior numero di tornei dello Slam e molto altro ancora.

Nel suo palmares troviamo qualsiasi cosa, eccezion fatta per la medaglia d’oro alle Olimpiadi, che ancora gli manca: “Se ci sarò a Tokyo 2020? Chissà, vedremo!“, aveva dichiarato in una recente intervista, facendo capire di non aver alcuna intenzione di appendere la racchetta al chiodo in breve tempo e aprendo dunque alla possibilità di continuare a giocare almeno sino all’impegno a cinque cerchi.

Mats Wilander, addirittura tredici anni fa, commentava così i risultati di Roger: “Vorrei essere nei suoi panni per un giorno per capire cosa si prova nel giocare in quella maniera“. Oltre all’ex tennista svedese, anche altri esperti del settore hanno espresso parole al miele per l’elvetico: “Senza Roger il tour non sarebbe interessante”, commentò ad esempio Pat Cash, mentre Rafael Nadal disse: “Roger è un tennista molto più completo di me: per batterlo ho dovuto migliorarmi, alzare l’asticella del mio tennis, tirare fuori il meglio. E’ fondamentale avere qualcuno così forte e talentuoso da cui prendere spunto”.

Proprio Rafael Nadal è stato, ed è tuttora, il compagno di mille battaglie. Una rivalità sana, quella fra il maiorchino e lo svizzero, che anima da diversi anni a questa parte il circuito ATP. In pochi ricorderanno il primo incrocio assoluto tra i due, datato Miami 2004 quando un giovanissimo Nadal (17 anni e n.34 al mondo) riuscì a vincere con un doppio 6-3 sull’allora numero uno. L’ultima sfida risale invece alla finale del Masters 1000 di Miami di quest’anno, con Federer che si impose per 6-3 6-4. Nei tredici anni che stanno in mezzo, altri trentacinque confronti, uno più appassionante e divertente dell’altro, hanno contribuito a rendere i due giocatori delle vere star di questo fantastico sport.

Chiudiamo con un aneddoto divertente, rivelato dallo stesso Federer nel corso di un’intervista. Nel tempo libero, quando non impegnato in tornei, ama viaggiare con la famiglia, stare con i figli, la moglie Mirka e… giocare, rigorosamente a tennis, con la PlayStation: “Quando gioco non scelgo mai Roger Federer. Preferisco Nadal o Gael Monfils”, ha simpaticamente dichiarato, ammettendo poi di scegliere lui stesso in poche occasioni.

Trentasei anni e non sentirli: giocare con la voglia di un ragazzino, l’esperienza di un adulto e la consapevolezza di essere uno dei migliori sportivi della storia. Buon compleanno, Roger!

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