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La Croazia sta vivendo momenti difficili, colpita nel profondo dal terribile terremoto recentemente percepito a Zagabria, la capitale, oltre che dall’emergenza Coronavirus, dilagante ormai in ogni nazione del mondo in quanto pandemia. Il tennista croato Borna Coric si trova attualmente proprio a Zagabria, stabilitosi lì per star vicino alla famiglia in un periodo talmente particolare da venir definito dai più “senza precedenti”. L’atleta classe ’96 ha concesso alcune significative dichiarazioni ai microfoni di un giornale locale, così esprimendosi riguardo le sue sensazioni: “Tutto questo è stato veramente stressante. Io mi sono svegliato poco prima del terremoto, avevo dormito male. Probabilmente non ho ancora superato il jetlag. Non ho altre parole per descrivere la sensazione che ho provato se non una, terrore. In casa cadeva letteralmente tutto per terra, sono uscito fuori in strada e la prima cosa che ho fatto è stata andare dai miei genitori per vedere se era tutto a posto. Dopo ho preferito passato qualche ora in auto”.
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Successivamente Coric ha descritto la sua giornata tipo in quarantena, per poi illustrare le sue modalità di allenamento in una situazione particolarmente complessa: “Praticamente sto sempre in appartamento, non sono mai uscito. Mia mamma è venuta a trovarmi diverse volte, anche perché non me la cavo proprio bene nei lavori di casa, soprattutto in cucina. Sto pensando a cosa fare e come. Vorrei provare ad andare via da Zagabria, trovare un posto a Zara o a Spalato, dove ci sono delle condizioni migliori per mantenere la condizione, dove potrei anche eventualmente allenarmi in campo. Naturalmente Kuterovac mi ha mandato il programma di allenamenti adattato a questa situazione, lavoro in casa o sul terrazzo, ma fuori fa freddo. Faccio quello che posso e come posso, e nel modo migliore che posso. È quello che dovremmo fare tutti, rischiando il meno possibile. Non è semplice, chiaro”.
In chiusura, Coric ha offerto la sua versione riguardo il modo in cui si dovrebbe trattare l’argomento “Covid-19”: “Penso che in generale parliamo troppo di cose di cui non sappiamo niente o comunque molto poco. Fino a due mesi fa pochi parlavano del Coronavirus. Io non ho la competenza per parlare di questo. Naturale che vorrei che andasse così e spero che accada. Sono abituato a tutt’altro, allo spostarmi di giorno in giorno, al giocare tornei una settimana dopo l’altra. Ora sono a casa, disteso, lancio la pallina contro il muro. Quando vedo la situazione drammatica che c’è in Europa, resto senza parole e quello che penso io non è importante. Ci sono persone preparate e preposte a questo, sono quelle che dobbiamo ascoltare e comportarci in base alle loro indicazioni”.
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