L’assenza di Simone Bolelli, a Rio 2016 e in Coppa Davis, è di quelle pesanti. Il tennista di Budrio, oggi numero 155 Atp a causa del lungo stop forzato, avrebbe rappresentato una certezza assoluta per la nazionale, in doppio così come in singolare. A poco più di un paio di settimane dall’intervento al ginocchio, Bolelli si è raccontato in esclusiva ai microfoni di Sportface.it, tra il rammarico olimpico e gli obiettivi per il futuro. “Non mi sento vecchio – ha spiegato ‘Bole’ – il tennis rappresenta ancora tutto per me, è la mia vita, e credo che il meglio debba ancora venire. In Davis avrei potuto dare una mano ai miei compagni contro l’Argentina. Rio? Insieme a Fabio (Fognini; ndr) avrei anche potuto puntare a un bel risultato“.
Simone Bolelli si è operato al ginocchio il 4 luglio. Il problema persisteva ormai da parecchio tempo e, dopo una serie di tentativi atti ad evitare l’intervento, l’azzurro si è dovuto rassegnare a finire nuovamente sotto ai ferri. “Avevo una grossa calcificazione sul tendine del quadricipite – spiega Bolelli – che mi dava una serie di problemi: non riuscivo a spingere e non potevo abbassare la gamba a sufficienza; inoltre continuava ad infiammarsi sempre di più. Prima di optare per l’operazione chirurgica ho tentato di curarmi con onde d’urto, infiltrazioni e anche con le staminali, ma i miglioramenti erano esigui. Insieme al preparatore fisico Stefano Baraldo ho cercato in tutti i modi di evitare l’intervento, ma ormai il problema era cronico e dopo un anno e mezzo di sofferenze e i dolori avvertiti durante l’Atp di Marrakesch, la scelta è stata inevitabile“. Bolelli, dopo l’intervento eseguito dall’equipe del professor Mariani a Villa Stuart, sta svolgendo la fisioterapia nella clinica romana. “Lavoro 6-7 ore al giorno con i fisioterapisti, ce la sto mettendo tutta. Ritorno in campo? Dovrei ricominciare pian piano intorno al mese di ottobre, ma sarò pronto per l’inizio del 2017“.
L’azzurro non ha alcuna intenzione di abbandonare il tennis di vertice e, a pochi mesi dal suo trentunesimo compleanno, si dice pronto a nuovi obiettivi e traguardi ambiziosi. “Ho ancora una grande voglia di migliorarmi e di vincere. Ho 31 anni, ma l’età non mi spaventa, anzi mi fortifica: sono più grande, più esperto, non penso assolutamente di essere un ‘vecchietto’ e credo di poter dare ancora tanto al tennis. Ora sarà fondamentale avere cura del mio corpo al 100% per allungare il più possibile la mia carriera“. Durante i lunghi stop per infortunio, tra una seduta di fisioterapia e l’altra, quando il ritorno nel circuito Atp appare ancora piuttosto lontano, non è insolito fare una bilancio della propria carriera, ripensando alle grandi gioie e ai match sfuggiti sul filo di lana. “I pensieri sono tanti e si rincorrono giornalmente. Questa è la mia terza operazione, quindi posso dire di esserci già passato. Ci vuole calma, molta pazienza. I ricordi? Recentemente credo di aver giocato alcuni incontri davvero molti belli, tra i migliori della mia carriera. A partire dalle prestazioni offerte al Roland Garros 2015 contro Viktor Troicki e anche nei primi 3 set con David Ferrer, sino alla bella vittoria contro Tomas Berdych a San Pietroburgo. Un match che invece ogni tanto mi torna in mente è la sconfitta contro Kei Nishikori a Wimbledon 2014, quando arrivai a due punti dal match e dagli ottavi di finale“.
L’intervento al ginocchio ha costretto Bolelli a saltare gli importanti impegni con la nazionale azzurra, dalla sfida di Coppa Davis contro l’Argentina all’Olimpiade di Rio 2016. “Penso che avrei potuto dare una mano ai ragazzi in Davis e ho sofferto molto a seguire i match a bordo campo. Ho scelto di essere presente a Pesaro perché la nazionale è qualcosa di speciale e regala emozioni uniche. Volevo dare il mio contributo, anche se fuori dal campo, per inseguire la semifinale. Fabio Fognini è stato spettacolare, ha dato veramente tutto, dimostrando uno straordinario attaccamento alla maglia. Peccato per l’infortunio di Seppi e per il doppio, sfuggito davvero di poco. Il futuro di Fognini? Un giocatore grandissimo, un campione, che come qualità tennistica vale sicuramente la Top-10. Gli auguro di fare una grande seconda parte di stagione, se lo merita. Per quanto riguarda l’Olimpiade, sarei stato felicissimo di parteciparvi nuovamente, magari io e Fabio avremmo anche potuto inseguire il sogno di una medaglia in doppio. Peccato…“.
Simone Bolelli non si arrende. Dopo tre interventi chirurgici è pronto all’ennesima ripartenza, con sogni e obiettivi sempre più ambiziosi. “Dovrò ripartire dai challenger, ma la cosa non mi spaventa. Con le persone giuste al mio fianco sono sicuro di poter tornare più forte di prima. Vorrei alzare al cielo la Coppa Davis con i miei compagni e raggiungere un grande risultato in uno Slam, magari a Wimbledon, nel torneo dei sogni“.