Matteo Berrettini è tornato e lo ha fatto in grande stile. Il tennista azzurro, che non giocava una partita ufficiale dallo scorso 16 marzo, aveva dovuto saltare tutta la stagione sul rosso (tra cui i suoi amati Internazionali d’Italia). Tuttavia la scelta di preservarsi per l’erba è risultata vincente – almeno finora – ed il numero uno d’Italia si è confermato uno specialista dei ritorni post-infortunio, vincendo tre partite di fila. Nell’Atp 250 di Stoccarda, Matteo si è spinto fino in finale vincendo tre belle partite. Dopo aver perso un set sia all’esordio contro Albot che ai quarti contro l’amico Sonego, in semifinale ha regolato in due tie-break il tedesco Otte. Tuttavia c’è ancora uno sforzo da fare per Berrettini, che oggi andrà a caccia del titolo, il suo terzo su questa superficie dopo il Queen’s nel 2021 e Stoccarda nel 2019.
Sicuramente non sarà una passeggiata per Matteo mettere le mani sul trofeo, visto che dall’altra parte della rete ci sarà un avversario che definire ostico sarebbe riduttivo. I due titoli di Wimbledon in bacheca parlano infatti per Andy Murray, che ovviamente non è più lo stesso di qualche anno fa – e con un’anca in queste condizioni sarebbe strano il contrario – ma in questa settimana ha dimostrato di saperci ancora fare sull’erba. Basti pensare che nel suo cammino in Germania ha battuto il numero 5 del mondo, Stefanos Tsitsipas, e Nick Kyrgios. Murray ha vinto l’ultimo titolo quasi tre anni fa (Anversa, 2019), mentre quest’anno ha raggiunto una finale a Sydney.
A scendere in campo con i favori del pronostico – seppur di poco – sarà però Berrettini, anche in virtù dei precedenti. I due si sono affrontati per la prima volta nel 2019, in occasione dell’Atp 500 di Pechino, ed in quell’occasione trionfò il tennista di Dunblane. Molto più attendibile l’ultimo precedente, risalente allo scorso anno ed andato in scena proprio sull’erba del Queen’s. Matteo s’impose in due set (6-3 6-3) in un match per certi versi a senso unico.
Sicuramente il servizio sarà l’arma in più per Matteo, pronto ad esplodere la prima di servizio ed a trarne beneficio su una superficie come l’erba. Per dare un’idea in termini di numeri, basti pensare che nel torneo Berrettini ha messo a segno quasi il doppio degli aces del suo avversario (46 contro 24) giocando una partita in meno. Ovviamente Murray avrà dalla sua l’esperienza – visti i trascorsi su questa superficie – e, paradossalmente, anche qualche incognita in meno dal punto di vista fisico. Non va dimenticato infatti che si tratta del primo torneo che Matteo disputa in svariati mesi e c’è il rischio che il suo fisico possa risentirne. Fatto sta che la sfida si preannuncia molto equilibrata ed avvincente.
Una vittoria sarebbe molto importante per entrambi, per mille motivi. Per Berrettini soprattutto per il ranking: non appena scadranno i punti della finale dello scorso Wimbledon (che non potrà difendere) scivolerà fuori dalla Top 20, pertanto bisogna cercare di ammortizzare il più possibile. Inoltre, un centinaio di punti in più farebbero comodo anche in ottica qualificazione alle Atp Finals. Per quanto riguarda Murray, invece, una vittoria gli garantirebbe il ritorno tra i primi 35 del mondo e la quasi certezza di essere testa di serie negli slam. Inoltre, vincere un titolo sull’erba dopo tanti anni avrebbe sicuramente un sapore speciale.