Dopo la finale sull’erba di Stoccarda e i titoli vinti sulla terra rossa di Gstaad e Kitzbuhel, Matteo Berrettini è pronto a ripartire dal Masters 1000 di Cincinnati, di scena sul cemento americano. Il giocatore romano, dopo mesi caratterizzati da diversi infortuni che lo hanno costretto ai box, sembra aver ritrovato una buona condizione. Ora è numero 42 del mondo e negli Usa, dove ha beneficiato di una wild card, affronta stasera, al debutto, Holger Rune. Nel frattempo, ospite del podcast di Andy Roddick (“Served with Andy Roddick”), l’azzurro ha parlato del momento d’oro del tennis azzurro e del grande interesse che c’è in Italia per questo sport: “L’Italia è un Paese di tifosi di calcio ma adesso quando c’è un grande match di tennis il Paese si ferma un po’ e questo mi fa sentire enormemente fiero. Penso che abbiamo fatto una strada enorme e che il meglio debba ancora venire“.
Berrettini ha poi proseguito parlando della sua condizione e del suo recupero dagli infortuni: “Mi sono fatto male tante volte anche da piccolo, ma mi sono sempre considerato uno bravo a rientrare. Lo consideravo un po’ il mio superpotere. Spesso mi sono infortunato nei momenti in cui ero al top. Mi sono operato alla mano nel 2022, quando ero arrivato al mio best ranking. Sono tornato, ho vinto per la seconda volta il Queen’s e sono andato a Wimbledon. Mi sono allenato con Rafa Nadal sul Centrale e ho detto al mio allenatore: ‘Devo solo esserci fisicamente’. Il giorno dopo purtroppo ho preso il Covid. L’anno prima mi ero qualificato a Torino e mi sono infortunato agli addominali. Nel tennis è importante esserci e giocare con continuità“. L’ex numero 6 Atp ha poi concluso: “Mi mettevo addosso molta pressione, perché non volevo perdere posizioni in classifica. Ma le cose non andavano bene e a un certo punto ho sentito il bisogno di staccare, di alleggerirmi e di ritrovare la gioia per il tennis. Adesso sono tornato“.