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In una giornata come tante, senza i riflettori puntati addosso, Ashleigh Barty ha ufficialmente annunciato di dire addio al tennis giocato. Lo fa attraverso i suoi profili social, non senza la classica emozione di chi allo sport ha dato e ricevuto molto. Nonostante 15 titoli del circuito femminile, 3 tornei dello Slam in singolare, uno Slam di doppio e, soprattutto, la posizione numero 1 della classifica mondiale, la tennista australiana ha ‘solo’ 25 anni. Il merito di aver riportato il titolo degli Australian Open a casa dopo ben 44 anni, unito ad un dominio tennistico che in poche sono riuscite ad avere (soprattutto negli ultimi tempi) non sono stati elementi sufficienti a farle cambiare idea; anzi, è proprio il pensiero di aver dato tutto il possibile che l’ha spinta ad appendere la racchetta al gioco.
“La mia felicità non dipendeva più dai risultati” è una delle frasi più toccanti dei 6 minuti di video rilasciati sui social. In un’era dove si sta dando, anche grazie a tutti i dati raccolti dalle nuove tecnologie, un incredibile peso ad ogni singolo record battuto o risultato raggiunto, sentire queste parole deve fare riflettere. Perché a volte ci si dimentica, forse anche inconsapevolmente, dell’umanità e delle difficoltà dei professionisti di questo sport; si dà per scontato che l’obiettivo da raggiungere sia sempre il prossimo, e che le città per le quali si gira come trottole non siano altro che contenitori che ospitano righe, paletti e rete. Ashleigh Barty ci riporta indietro, ricordandoci che nella vita c’è molto altro; in fin dei conti è una ragazza giovane, con ambizioni, sogni, desideri, e molte altre cose che adesso potrà inseguire anche aiutata da ciò che ha vinto fino ad adesso.
Questo non è il primo ritiro ‘prematuro’ della storia del tennis, e non sarà nemmeno l’ultimo. La psicologia dietro questo sport è ampia, e giorno dopo giorno si lotta innanzitutto contro sé stessi per andare avanti; perdere il ‘fuoco’ sui valori della vita è in realtà molto facile, anche perché il tempo per fermarsi a pensare è poco e continua a diminuire. Non resta che augurare il meglio ad una ragazza ancora giovanissima, che dopo fatica e soddisfazione oggi dice basta, e ringraziarla per la lezione di vita, prima ancora di quella tennistica.
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