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Tennis, Australian Open: il titolo è di Novak Djokovic

Novak Djokovic - Australian Open 2016 - Foto Bruno Silverii

Nel 2015 il dominatore del circuito ATP è stato Novak Djokovic, con ben tre slam vinti e la finale a Parigi persa ai danni di Wawrinka. In questa domenica estiva di gennaio, in Australia, si è chiuso il primo Grand Slam del 2016. Nel remake della finale dello scorso anno, tra Andy Murray e Novak Djokovic, a trionfare è ancora il serbo, che mette così in bacheca il suo sesto titolo a Melbourne. Il match si è concluso con meno lotta del previsto, per ‘colpa’ di Djokovic che ha creato un buco tra lui e gli avversari, soprattutto negli scontri tre su cinque, dove alla fine riesce sempre ad avere la meglio.

Nel primo set, Murray parte esattamente al contrario della partita perfetta di cui avrebbe avuto bisogno per avere una chance contro il numero uno. Troppi gli errori nel game di servizio ed un fatale doppio fallo sulla palla break gli costano subito uno svantaggio di 0-3. Djokovic invece, come sempre compatto nelle fasi iniziali, tranquillo e preciso per mettere in difficoltà il coetaneo scozzese. Murray non scende in campo nel primo set, lento, spesso in ritardo e a tratti scarico, perde un altro turno e consegna così un disastroso primo set a Djokovic, chiuso con il punteggio di 6-1 in 30 minuti a senso unico.

Dunque, con un Murray spento, che non regge il ritmo del serbo, l’esito delle precedenti 4 finali sembra destinato a ripetersi. Nonostante i suoi errori di dritto continuino anche nell’inizio del secondo parziale, lo scozzese di Dunblane riesce a dare inizio al match, tenendo nel 3º gioco il servizio, dopo 12 minuti di lotta e 4 palle break annullate.

Con un Murray più aggressivo gli scambi diventano sempre più lunghi, ma Djokovic resiste in un altro game molto lungo, dimostrando ancora una volta le sue grandi capacità difensive, rispondendo con colpi sempre molto profondi e mantenendo il set in equilibrio. Ma il serbo, più cinico, sfrutta la palla break concessa, per portarsi avanti 4-3 anche nel secondo set. Murray però reagisce alla grande, riesce ad entrare in campo con colpi molto penetranti, specie di rovescio, e trova alla prima occasione l’immediato contro-break.

Nonostante la bassissima percentuale di punti vinti sulla seconda da parte dell’avversario, Djokovic non concretizza due opportunità per l’ennesimo break. Il serbo riesce nel suo intento solamente sul 5-5, quando, prima recupera lo svantaggio da 40-0 e poi, sfinendo l’avversario, si porta sul 6-5 a servire per il secondo set. Si chiude così per 7-5 un durissimo secondo set, durato la bellezza di 80 minuti, ancora una volta in favore di Djokovic.

Murray subisce il contraccolpo psicologico già dal primo game del terzo set, sbaglia uno smash apparentemente semplice e perde il suo turno di servizio. Lo scozzese però non si arrende e trova ancora la forza, dopo le 4 ore in campo con Raonic al venerdì, di rientrare nel terzo set portandosi sul 3-3. Con il servizio a farla da padrone, si giunge inevitabilmente al tie-break.

Murray con due doppi falli facilita la chiusura a Novak Djokovic, che vince così il sesto Australian Open e l’undicesimo titolo slam, ad una sola lunghezza dai 12 in carriera di Roy Emerson. Troppi i 65 errori non forzati di Murray per impensierire un tennista che è sempre di più dominatore. È il decimo titolo slam da Melbourne 2011 ed il serbo con la continua ascesa ha aumentato il distacco in classifica (e di gioco) tra sé e gli altri. Con Murray che quasi mai lo mette in difficoltà, Federer che negli Slam fa fatica a reggere per due settimane, e Nadal ancora a combattere contro i suoi problemi psico-fisici, nessuno sembra poter fermare Djokovic il dominatore, pronto a riscrivere altri record.

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