Jannik Sinner torna in finale agli Australian Open 2025. Il campione in carica ha impiegato due ore e trentasei minuti per piegare la resistenza di Ben Shelton, con il punteggio di 7-6(2) 6-2 6-2. L’americano si è giocato le sue chance soprattutto nel primo set, ma non è riuscito a sfruttare due set point sul servizio, poi l’altoatesino ha preso il sopravvento. L’azzurro ha incontrato qualche difficoltà con la prima di servizio nella prima parte di match, ma con l’andare dell’incontro si è sbloccato sfruttando quasi tutte le chance che il suo avversario gli ha concesso.
Jannik raggiunge in finale Alexander Zverev, che ha beneficiato del ritiro di Novak Djokovic: sarà dunque una spettacolare sfida tra i primi due del ranking Atp. Sinner diventa anche il tennista più giovane a livello maschile a raggiungere due finali agli Australian Open all’età di 23 anni e 163 giorni: per trovare chi ha fatto meglio di lui bisogna tornare indietro di oltre trent’anni a Jim Courier, che nel 1992 raggiunse la sua prima finale a 21 anni e 162 giorni e la seconda l’anno successivo a 22 anni e 167 giorni.
Australian Open: la cronaca di Sinner-Shelton
Avvio in salita per l’azzurro, che nel primo game non trova la prima di servizio e Shelton lo buca con il lungolinea di dritto prendendosi subito il break. Lo statunitense conferma il break a fatica ai vantaggi, ma Sinner dopo essersi sbloccato a zero sul proprio turno di battuta trova il controbreak che riporta il match in parità grazie a tre grandi risposte in fila che gli permettono di recuperare e portarsi sul 2-2. Il break scuote Sinner, che comincia a macinare e mette in difficoltà il suo avversario, che però è bravo e caparbio a salvare due palle break poco dopo appellandosi al servizio. L’altoatesino ritrova anche fiducia al servizio con tre ace di fila, e rapidamente si arriva sul 5-5.
Qui però il numero uno ha un calo inaspettato, commette qualche errore di troppo e Shelton ne approfitta per prendersi il break del 6-5. Il mancino di Atlanta però sente la pressione e non sfrutta due set point: Sinner non si lascia pregare e al secondo tentativo trova il break che manda il parziale al tie break grazie ad una grande risposta che Shelton non riesce ad addomesticare. Con l’inerzia a favore, Jannik domina senza difficoltà il tie break 7-2 e si porta a casa il primo set.
Sinner cinico nei due set successivi: è finale
Con il vento in poppa Sinner si prende subito il break in avvio di secondo set. L’azzurro recupera da 40-15 reggendo alla grande negli scambi la potenza di colpi del suo avversario, poi sulla palla break lo infila con un micidiale lungolinea di rovescio. Il numero uno consolida poi il break ai vantaggi, salvando anche una chance di contro break per Shelton, e si porta sul 2-0. Lo statunitense accusa il colpo e cede ancora, e in men che non si dica Sinner vola sul 4-0. Il classe 2002 muove il punteggio nel quinto gioco, ancora una volta sudando ai vantaggi, ma il set è ormai segnato: Jannik chiude poco dopo 6-2 con l’ace centrale, portandosi così a un set dalla finale.
In avvio di terzo set prova a rimanere in partita Shelton facendo viaggiare il dritto, e dopo aver tenuto il servizio si procura anche una palla break: l’altoatesino però è cinico e la annulla subito, pareggiando poi i conti. Il copione viene replicato nei due giochi successivi, con l’americano che tiene in scioltezza e poi ha a sua disposizione altre due palle break consecutive; il dritto lungolinea e il servizio salvano però Jannik, che impatta sul 2-2.
Il massimo sforzo prodotto da Shelton non porta dunque i suoi frutti, e lo statunitense cede di schianto: forza al servizio e con il doppio fallo concede una chance di break, poi manda in rete il dritto lungolinea e consegna a Sinner il break che sa di resa. Il numero uno al mondo è un rapace e infila quattro game consecutivi per il 6-2 finale che gli spiana la strada verso la seconda finale slam in Australia.
L’altra semifinale degli Australian Open: ritiro di Djokovic
Nella prima semifinale dell’Happy Slam, Novak Djokovic ha alzato bandiera bianca dopo un’ora e ventuno minuti di partita. Alexander Zverev raggiunge così la sua terza finale slam dopo quelle agli US Open 2020 e al Roland Garros 2024, la prima al Melbourne Park. Primo set equilibrato, in cui Nole non aveva evidenziato segni di cedimento. Dopo aver annullato quattro palle break nel terzo game, il serbo non riesce a sfruttarne tre consecutive nel gioco successivo; Djokovic ne annulla poi un’altra nel nono game e sale sul 5-4. Saranno le uniche chance dell’incontro, che scivola poi verso il tie break. Anche qui grande equilibrio, ma è il tedesco a spuntarla 7-5.
Djokovic allora decide per il forfait per non rischiare di mettere a repentaglio la sua gamba da un infortunio muscolare, dopo il problema già accusato ai quarti nella vittoria contro Alcaraz. Il pubblico non gradisce l’abbandono e fischia il dieci volte campione dell’Australian Open, ma è lo stesso Zverev a difenderlo nella conferenza stampa di fine gara, che capisce la decisione del suo avversario. Il tedesco dunque arriverà alla finale riposato, con tutte le carte in regola per giocarsi il primo successo slam.