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Il palcoscenico è la Rod Laver Arena, le attrici protagoniste sono Aryna Sabalenka e Zheng Qinwen. Tutto è pronto per la finale del singola femminile degli Australian Open 2024, nella quale la bielorussa numero due del ranking mondiale proverà a bissare il trionfo dell’anno passato contro la 21enne cinese che fa il suo debutto in una finale di un torneo dello Slam.
Da un lato della rete una Sabalenka sempre più costante nelle sue prestazioni di alto livello proprio da un anno a questa parte. Terza finale negli ultimi cinque major è una statistica che dice più o meno tutto quello che c’è da dire sull’attuale livello della tennista di Minsk, che parte chiaramente con tutti i favori del pronostico, a maggior ragione con un bagaglio d’esperienza in più rispetto alla debuttante avversaria. “Direi che emotivamente sarò molto pronta a combattere. Non impazzirò. Perché quando giochi la prima finale del Grande Slam ti emozioni e a volte affretti le cose. Quando arrivi per la terza volta in finale, dici: “OK, è una finale, va bene. È solo un’altra partita e sei in grado di separarti da quella cosa.'”, ha dichiarato in conferenza stampa la seconda giocatrice del seeding, che poi scherzando ha ammesso che anche un sconfitta non sarebbe così tragica e significherebbe meno punti da difendere il prossimo anno.
Che si tratti di una Sabalenka che è stata in grado di crescere in particolar modo sotto il piano mentale per arrivare a questi risultati non c’è dubbio. La ragazza che si faceva travolgere dalle emozioni e dalla pressione negli appuntamenti importanti è per buona percentuale scomparsa. Non del tutto, perché ha ancora i suoi momenti di down in cui perde la bussola. Era successo esattamente questo nell’ultima finale di Flushing Meadows contro Coco Gauff, dove peraltro anche il pubblico poi fece la sua parte. Ma anche giovedì nella semifinale sempre giocata contro la statunitense ha rischiato di pagare a caso prezzo un blackout prolungato nel corso del primo parziale in cui aveva perso completamente il bandolo della matassa.
E dall’altro lato della rete si troverà un’avversaria che condivide qualche caratteristica con la Gauff appena affrontata. Una Zheng Qinwen che ha nel rovescio il suo miglior colpo e tende a soffrire quando attaccata sul dritto. Ma è chiaro che – come nel 99% dei casi – sarà la bielorussa a dettare il gioco, a fare e disfare suo piacimento. Per ora ci è riuscita nel corso del torneo senza troppi patemi, senza cedere alcun set nel cammino verso questa finale. E proverà a mettere le cose in chiaro sin dai primi games, sfruttando la sicura emozione della giovane cinese in quella che è la prima ma quasi sicuramente non ultima presenza su un palcoscenico di questo tipo.
Se Sabalenka è a una vittoria dal back to back che a Melbourne non riesce dal 2012/2013 con Viktoria Azarenka, la 21enne cinese crede nel destino che l’ha voluta in quest’atto conclusivo esattamente 10 anni dopo Li Na, la precursora di ogni futuro successo del suo Paese in campo tennistico. In ogni caso, la ‘Most Improved Player of the Year’ del 2023 è già certa di fare il suo esordio in top-10 e tra le migliori 8 giocatrici al mondo dopo essere diventata anche la seconda asiatica più giovane di sempre a raggiungere una finale Slam dopo una campionessa del calibtor di Naomi Osaka.
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