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Dopo una giornata non particolarmente entusiasmante con tante partite a senso unico e un sipario calato alle 22:30 locali, l’Australian Open 2024 riparte a mille e ci regala un day 10 fantastico. Basti pensare che alle 22:30 locali non era neppure iniziata la sfida tra Jannik Sinner e Andrey Rublev, piatto forte di giornata. Come da pronostico, a conquistare la vittoria è stato il tennista azzurro ma per lui non è stata una passeggiata di salute. Se il primo e il terzo set non hanno offerti grossi spunti e Sinner ha avuto la meglio grazie a un break ciascuno, è invece successo di tutto nel secondo.
Entrambi i giocatori hanno avuto palle break a ripetizione ma il bilancio complessivo è stato di 0 su 9. Jannik ha poi fatto tremare i suoi tifosi quando si è toccato lo stomaco con una faccia sofferente, tranquillizzando poi tutti a fine partita spiegando che si trattava solo di un po’ d’aria. Infine c’è stato un tie-break pazzo, in cui Rublev è salito 5-1 prima di perdere 6 punti di fila, uno di questi vinto da Sinner con un dritto a 152 km/h per uscire da uno scambio di oltre 20 colpi.
Insomma, non ci si è affatto annoiati, ma in tutto questo Jannik è riuscito a non perdere neppure un set, approdando in semifinale con un bilancio di 15 set vinti e 0 persi. Un’impresa che in questo secolo è riuscita solamente ai Fab Four e a Tomas Berdych a Melbourne. Se contro Khachanov era evidente che la prestazione di Sinner non fosse eccellente, stavolta non c’è nulla che si può rimproverare all’azzurro, capace di conquistare la prima vittoria in carriera contro un top 5 a livello slam e raggiungere la sua prima semifinale in carriera all’Australian Open.
Il prossimo avversario di Sinner sarà ancora Novak Djokovic in quello che sarà il settimo atto della loro rivalità nonché il quarto nel giro di pochissimo tempo (dopo i due alle Finals di Torino e quello in Coppa Davis). Il serbo, programmato nuovamente nella sessione diurna sotto un sole non indifferente, ha battagliato per quasi quattro ore contro Taylor Fritz prima di avere la meglio in quattro set.
E’ stato però un match a due facce: nei primi due set c’è stato grande equilibrio e i momenti salienti sono stati il tie-break dominato dal serbo (che prima aveva salvato due set point sul 6-5) e le 15 palle break (su 15!, mai successo in carriera) mancate sempre da Nole. Nei restanti due parziali invece non c’è stata storia e Djokovic, come lui stesso ha detto nell’intervista, “ha preso le gambe di Fritz”, sfinendolo ed impedendogli di mantenere lo stesso livello dei primi set. Per il numero uno al mondo si tratta della 48esima semifinale in carriera a livello slam e dell’undicesima a Melbourne. Purtroppo per i suoi avversari, in tutte e 10 le precedenti occasioni ha poi vinto il torneo.
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E’ dunque realtà la semifinale tra Djokovic e Sinner, che tutti si aspettavano fin dal sorteggio e che i due giocatori hanno raggiunto come da pronostico, senza faticare eccessivamente. Parlare di finale anticipata non è corretto visto che dall’altro lato del tabellone ci saranno comunque Alcaraz e Medvedev (a meno di sorprese targate Hurkacz e Zverev), dunque non due giocatori qualsiasi. Il finale del 2023 ha però dimostrato che i due giocatori più forti al mondo – almeno in quel momento – erano proprio Nole e Jannik, ergo c’è grande curiosità di vederli in azione l’uno contro l’altro. Secondo i bookmakers, sarà Djokovic a scendere in campo con i favori del pronostico (e ci mancherebbe), ma nessuno al mondo si sognerebbe di sottovalutare lo Jannik che stiamo ammirando in queste settimane. Oltre alla finale, in caso di vittoria per l’azzurro c’è in palio una statistica clamorosa: diventerebbe il terzo giocatore della storia – dopo Roger Federer e Rafa Nadal – ad aver battuto Novak Djokovic in Coppa Davis, alle Atp Finals e in uno slam.
In questo day 10 si sono disputati anche i due match di quarti di finale della parte bassa del tabellone e, come annunciato, ad avere la meglio sono state Coco Gauff e Aryna Sabalenka. La statunitense ha faticato notevolmente contro Marta Kostyuk, impiegando oltre tre ore di gioco per imporsi al terzo set. Ciò che contava però era vincere e Coco l’ha fatto, ottenendo il suo dodicesimo successo consecutivo a livello slam (solo Sharapova come lei).
La bielorussa ha invece dimostrato di non essere detentrice del titolo per casa ed ha tritato Barbora Krejcikova in un’ora e undici minuti, dando continuità ai precedenti match. Era da tempo che non si vedeva un cammino così dominante in Australia ed era da tempo – negli anni 2000 ci sono riuscite soltanto Jennifer Capriati e Serena Williams – che una giocatrice non raggiungesse sei semifinali slam consecutive. Se favorita per il titolo lo era già da tempo, adesso ci si chiede se qualcuna riuscirà a strappare almeno un set a Sabalenka: finora tutte le sue avversarie non hanno conquistato più di 3 giochi per set. Ci riuscirà Gauff o la strada per la vittoria è spianata?
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