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di Adriano Albanesi – Wta Gold Coach e Direttore Tecnico Antico Tiro a Volo
Gli Australian Open 2020 entrano nella fase incandescente. La giornata di oggi, ricca di spunti interessanti, ci consegna il quadro definito dei quarti di finale. Giunti a questo punto del torneo entrano in gioco diversi fattori: testa, condizione fisica e fiducia sono le armi essenziali per arrivare fino in fondo e mettere le mani su uno dei più importanti trofei della stagione. Oggi ho scelto di analizzare le partite cercando un aggettivo che rappresentasse al meglio le otto protagoniste e ne cogliesse i tratti principali.
Normale amministrazione per Simona Halep, che in un’ora e trentotto minuti di partita ha superato agevolmente Elise Mertens con il punteggio di 6-4 6-4. La romena, decisamente più abituata a gestire la pressione in palcoscenici di questo tipo ha fatto sentire tutta la sua esperienza, in particolar modo nei duri scambi da fondo campo. Niente di nuovo all’orizzonte: chirurgica. La belga, dal canto suo, ha provato a fare ciò che ha potuto, mostrando comunque sprazzi di grande tennis: volonterosa.
Match incredibile, quello tra Anett Kontaveit ed Iga Swiatek. Lo score di 6-7 7-5 7-5 in favore della giocatrice estone dice tutto delle sue enormi qualità . Colpi ed attitudine al lavoro non mancano e può davvero essere la sorpresa di questa seconda settimana: solida. Swiatek gioca molto bene e ne sentiremo parlare molto nei prossimi anni. L’atteggiamento in campo non è quello di una diciottene ma di una giocatrice matura: futuro
Che bello vedere Garbine Muguruza esprimersi di nuovo a questi livelli. L’ex numero uno del mondo ha ricominciato a giocare bene, levandosi un po’ di ansie. Le parabole della Bertens non hanno affatto intimorito la spagnola, abile a trovare ritmo schiacciando la palla dall’alto verso il basso: liberata. Nulla da fare, invece, per l’esperta giocatrice di Wateringen, nonostante tutto protagonista di un ottimo Slam e mai così avanti a Melbourne in carriera: passiva.
Non posso che concludere con una riflessione sul connubio tra Anastasia Pavlyuchenkova e Sam Sumyk, rapporto che può dare ottimi frutti. Per la russa confermare i quarti di finale raggiunti lo scorso anno è un grandissimo risultato: certezza. Cosa dire, infine, su Angelique Kerber. La rimonta subita (6-7 7-6 6-2) mi ha dato la sensazione che la grinta e la voglia di lottare non siano più quelle di qualche anno fa, anche in virtù di una carriera straordinaria: appagata.
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