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di Adriano Albanesi – Wta Gold Coach e Direttore Tecnico Antico Tiro a Volo
Un torneo dello Slam è unico. Storia, tradizione e fascino si mescolano con dosi perfette, regalando spettacolo e sensazioni impossibili da vivere in altri contesti. La magia che c’è nell’aria la si avverte appena si scende dall’aereo. Quando sento parlare in generale di “quinto Slam” mi piace sempre ricordare l’atmosfera indescrivibile dei Major e sottolineare come non sia corretto fare paragoni. Miami ‘quinto Slam’? Indian Wells ‘quinto Slam’? Madrid? Tutti grandi tornei ma il quinto Slam non esiste e non esisterà mai. Teniamo ben separati i quattro appuntamenti più importanti dell’anno da tutto il resto. Gli Australian Open, in modo particolare, sono una macchina organizzata in modo fantastico. Ogni tipo di servizio è reso in maniera eccellente, come ad esempio tutto ciò che riguarda i campi e la transportation, ed il clima che si respira qui non l’ho mai ritrovato altrove. Hanno grandi spazi a disposizione e li sfruttano nel miglior modo possibile. Giocatori e addetti ai lavori sono messi sempre a proprio agio per rendere al massimo e pensare solamente al campo. Fare il proprio lavoro in un ambiente del genere è meraviglioso.
Quanto ai risultati della notte aprirei con il successo in rimonta (6-7 6-3 6-2) di Petra Kvitova su Maria Sakkari: oltre due ore di vera battaglia con tanti vincenti e altrettanti errori non forzati. Petra sta facendo davvero bene ed è una seria minaccia per la Barty. La numero uno del mondo ha lasciato un set ad Alison Riske, esprimendo come sempre il suo tennis ricco di variazioni e cambi di ritmo: per l’australiana andare avanti nel torneo di casa significa avere sempre maggiore pressione da gestire e combattere con qualche ‘fantasma’ in più del solito. Cori Gauff spaventa la connazionale Kenin prima di sciogliersi sulla lunga distanza, mentre continua a stupire Ons Jabeur. Il gioco della tunisina non dà punti di riferimento alle avversarie, che spesso si trovano impreparate nel gestire la situazione. In passato ho avuto l’occasione di vederla allenarsi da vicino e ricordo nitidamente come non smettesse mai di essere in movimento: palleggiava in continuazione, sia con le palle da tennis che con quelle da calcio. Un moto perpetuo. Talento puro a 360 gradi.
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