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di Adriano Albanesi – Wta Gold Coach e Direttore Tecnico Antico Tiro a Volo
La notte australiana ci ha consegnato una serie di sorprese incredibili e l’addio al tennis di Caroline Wozniacki. Non posso che partire dal match che in un certo senso mi riguarda più da vicino, quello tra Ashleigh Barty ed Elena Rybakina. Il successo della padrona di casa per 6-3 6-2 non ha fatto altro che confermare la supremazia dell’australiana, giocatrice che non ha bisogno di presentazioni. Elena ha pagato senza dubbio una forte emozione e sono comunque convinto che sfide del genere non possano che farle bene. Ogni sfida disputata con giocatrici più forti, in un palcoscenico prestigioso come il Campo Centrale di un torneo dello Slam, rappresenta un’esperienza da tenere a mente per il futuro. L’acume tattico della numero uno del mondo ha fatto la differenza: variazioni e cambi di ritmo continui hanno rappresentato uno scoglio duro da superare per la kazaka. Il tempo è dalla sua, dobbiamo solamente attendere. Che dire, poi, della vittoria di Ons Jabeur ai danni di Caroline Wozniacki? Il gioco della tunisina mi piace molto; anche lei, un po’ come la Barty, sa variare con grande intelligenza. La danese saluta il circuito con il sorriso, al termine di una carriera straordinaria. Tempo fa la incontrai in albergo, durante il torneo di Pechino, con una busta pieni di caramelle e cioccolata e le chiesi se quella fosse la sua cena. “No”, rispose sorridendo, “ma ogni tanto il cervello ha bisogno di input di questo tipo per sapersi rilassare”. Dietro ad una campionessa come lei si nasconde una ragazza normalissima, con il cuore da fanciulla. Mancherà al circuito, ne sono certo.
Incredibile, ma vero: eliminata Serena Williams! L’americana, sconfitta 6-4 6-7 7-5 da Qiang Wang, ha dato tutto ma non è riuscita a venire a capo dell’ottima giocatrice cinese. Adoro Qiang, da cultore degli appoggi e della parte bassa ho osservato attentamente il suo modo di stare in campo, impeccabile dal primo all’ultimo punto. Il lavoro svolto sotto l’ala protettiva di un grande tecnico (e grande uomo) come Peter McNamara ha dato i suoi frutti. Niente da fare per Alexandrova, sconfitta in due rapidi set (6-1 6-2) da Petra Kvitova: la ceca è in ottime condizioni ed inizia a far sentire prepotentemente la sua voce nella corsa al titolo. Molto bene anche Maria Sakkari ed Alison Riske. La statunitense sta vivendo una sorta di seconda giovinezza e con il suo tennis particolare, ricco di aggressività, può mettere in difficoltà chiunque. Infine, ma non per ordine di importanza, il meraviglioso acuto di Cori Gauff. Battere Naomi Osaka con il netto punteggio di 6-3 6-4 in poco più di un’ora di gioco significa avere le stimmate della predestinata: si toglierà tantissime soddisfazioni.
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