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Sofia Kenin è la prima finalista degli Australian Open 2020. Si apre con una sorpresa questa giornata a Melbourne, dove esce di scena la numero uno del mondo, Ashleigh Barty, maggior indiziata alla vittoria. Grande vittoria della giocatrice americana, che annulla due set point nel tie-break del primo set, altri due sul 4-5 nel secondo parziale e raggiunge la prima finale in carriera in un major. La Kenin entrerà in Top 10 e si contenderà l’Open d’Australia con la vincente del match Halep-Muguruza. Si ferma ad un passo dal traguardo invece Barty, che ha molto da recriminare e dovrà cercare di dimenticare in fretta questa batosta rimediata davanti al suo pubblico.
CRONACA – Primo set davvero inusuale per un match femminile, dove non ci sono break fino al tie-break ma a regnare sono i servizi. L’unica occasione se la procura la Barty, che nel sesto gioco spreca due palle break. Per il resto, ad eccezione di qualche game ai vantaggi, tra ace e prime vincenti si arriva al tie-break in pieno equilibrio. La prima a portarsi avanti è la Kenin, che ottiene un mini-break in apertura salvo poi perderlo. E’ infatti l’australiana a piazzare l’allungo più importante e potenzialmente decisivo, volando sul 6-4. Inspiegabilmente, la numero uno al mondo ha un black out improvviso ed inizia a commettere molti errori. La sua avversaria ne approfitta e, mettendo a segno quattro punti di fila, si aggiudica il tie-break e il primo parziale per 8-6.
La numero uno del mondo tenta di reagire immediatamente e l’avvio del secondo set ne è la prova. Barty strappa infatti la battuta alla sua avversaria e si porta avanti nel punteggio. Senza mai rischiare particolarmente, Ashleigh amministra il vantaggio fino al 5-4, quando serve per il set. Il terzo set sembra ormai a un passo quando l’australiana ha due set point, ma la Kenin non molla neppure un singolo 15 e rimette in piedi un set che sembrava perso. L’americana piazza infatti il break nel decimo gioco e sovverte l’inerzia del parziale, rimescolando completamente le carte in tavola. Barty va in confusione e non riesce più a tenere la palla in campo. Per Sofia è un gioco da ragazzi tenere a zero la battuta ed ottenere un secondo break nel dodicesimo gioco. Clamoroso finale della numero uno al mondo, che non aveva offerto palle break per dieci turni di servizio, prima di disunirsi e sciogliersi come neve al sole. Una metafora piuttosto azzeccata dati i 39 gradi di Melbourne.
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