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Nadal schiacciassi, lascia poco e nulla al “demone” de Minaur. Fritz si inchina a Federer mentre Bautista Agut continua a stupire. Tanti gli spunti e le certezze che lasciano poco spazio alle sorprese nella notte italiana di venerdì 18 gennaio. Non una giornata indimenticabile invece per i colori azzurri in quel di Melbourne Park. Due eliminazioni dal gusto diverso, che lasciano le speranze tricolori affidate alle racchette di Fabio Fognini e Camila Giorgi.
NADAL RITROVA BERDYCH – Senza storia, forse troppo: la contesa tra Rafael Nadal e Alex de Minaur ha un solo protagonista. Non basta una Rod Laver Arena gremita al beniamino di casa, ancora acerbo per certi appuntamenti e con alcuni limiti tecnici evidenti. Dall’altro lato della rete c’è uno spietato maiorchino, non ancora in condizioni perfette ma comunque competitivo per qualcosa d’importante. Dagli ottavi però i giochi si fanno più interessanti. Rafa ritrova un vecchio amico/nemico, che molto bene si sta comportando in questo inizio di stagione: Berdych-Nadal non è mai stata una sfida banale, anche se i precedenti parlano chiaro: 19-4 in favore del numero 2 del seeding.
FEDERER SUL VELLUTO, CHE BAUTISTA! – Tra le teste di serie più alte impossibile non citare Roger. La gioventù si inchina ai veterani e anche Fritz è costretto a cedere in tre set piuttosto indirizzati. Una gioventù che proverà il riscatto immediato con Stefanos Tsitsipas. Si alza l’asticella dunque anche per il campione in carica, fin’ora sul velluto e quasi mai di rincorsa. Merita menzione l’ennesima vittoria di Roberto Bautista Agut, lo spagnolo atipico. Difficile sognare un avvio di 2019 migliore, tra la vittoria di Doha, le maratone con Murray e Millman, fino al convincente successo con Khachanov. Parlare di sorpresa è lecito, ma sta iniziando a diventare contraddittorio. A Castellon de la Plana possono continuare a sognare.
UNA NUOVA SHARAPOVA – “Non ho giocato tante partite di questo livello nell’ultimo anno, è un grande soddisfazione. L’esperienza non mi dà la vittoria, di certo non è uno svantaggio”. Innegabile la gioia che traspare nelle dichiarazioni di Masha, mietitrice della campionessa in carica Caroline Wozniacki. Il sorriso ritrovato e una stabilità fisica che sembra di nuovo accompagnare l’ex numero 1 al mondo, vogliosa di scrivere ancora pagine importanti, nonostante considerata da molti quasi una tennista finita. Attenzione alla siberiana, in una versione quasi innovativa e meno “macchinosa”, protagonista di qualche variazione di gioco interessante tra smorzate e una serenità che può fare la differenza.
SEPPI E FABBIANO SALUTANO – Lascia l’amaro in bocca il ko di Andreas Seppi. Forse abituati troppo bene, ci abbiamo sperato fino in fondo all’ennesima impresa del giocatore di Caldaro. Raggiungere gli ottavi di finale dell’anno scorso non era utopia, e il rammarico riguarda maggiormente la prospettiva di un tabellone non impossibile, rispetto ad una classifica che bene o male è rimasta invariata grazie alla finale di Sydney. Più onore e meno rimpianti per Thomas Fabbiano, alla pari con Grigor Dimitrov per tutti i tre parziali. Un terzo turno antistante al secondo, dove di tennis se n’è visto sicuramente di più. Con un pizzico di ironia lo conferma a suo modo anche il pugliese: “In effetti il servizio di Dimitrov rispetto a quello di Opelka nel turno precedente mi è sembrato lento”.