Fabio Fognini viene eliminato al terzo turno degli Australian Open 2019 per mano di Pablo Carreno Busta. Delude il ligure, troppo discontinuo e parecchio falloso. Viene premiata la regolarità dello spagnolo che passa agli ottavi di finale senza fare miracoli. Ci sono tanti rimpianti, soprattutto per come si era comportato il numero uno d’Italia nelle prime due uscite. Punteggio di 6-2 6-4 2-6 6-4.
IL RESOCONTO – Entrambi tengono i rispettivi primi due turni di battuta con discreta facilità. I problemi per il ligure iniziano dal terzo game, in cui comincia ad avere un atteggiamento insofferente e muovendo poco le gambe. Non si fa pregare lo spagnolo, e inanella un game dopo l’altro, trovandosi in un attimo sul 5-1. La serie di regali offerta dal taggiasco non si placa e dopo circa mezz’ora il primo parziale va agli archivi per 6-2.
Il momento negativo di Fognini continua anche nel secondo set, con Carreno che di conseguenza inizia a sciogliersi e provare qualche soluzione differente. Break e controbreak nel sesto e nel settimo gioco: resta decisivo tuttavia quello ottenuto in apertura dall’iberico che si porta avanti per 2 a 0 nel conto dei parziali in troppo poco tempo. 6-4.
Il break in apertura di terzo da parte di Carreno Busta lascia pensare ad una fine vicina. Ma in maniera del tutto inaspettata il giocatore di Arma di Taggia ha uno scatto di orgoglio, prende in mano il pallino del gioco e fa correre il suo avversario. Inizia ad innervosirsi lo spagnolo, che non sa più come fare punto. Tutto molto veloce, cinque game di fila per l’italiano e chiusura per 6-2.
In fiducia Fabio, prende il comando delle operazioni anche nel quarto. Un 3-0 fulmineo denota la fase calante dello spagnolo. Una fase calante che però ha vita breve: da 3-0 a 3-3 e equilibri di nuovo in bilico. In bilico soprattutto il linguaggio del corpo del nostro rappresentante, che ritorna a lamentarsi, guardando spesso il suo box. Carreno ne ha di più nel finale e trova la zampata giusta per chiudere, raggiungendo Nishikori in un ottavo di finale tutt’altro che chiuso. 6-4.
