La numero 1 al mondo è ancora viva. Simona Halep approda alla seconda settimana degli Australian Open ma quanta paura contro Lauren Davis. Nel terzo turno che apre il programma sulla Rod Laver Arena di sabato 20 gennaio, servono quasi quattro ore di battaglia all’allieva di Darren Cahill per spuntarla con lo score di 4-6 6-4 15-13 e dopo aver annullato tre match point consecutivi nel terzo parziale.
Che non sarebbe stata un pomeriggio semplice per la Halep lo si era intuito già nel primo set. Simona dilapida infatti un break di vantaggio e dal 3-2 e servizio subisce un parziale di quattro giochi a uno cedendo la frazione alla Davis per 6-4. La romena reagisce, parte ancora una volta bene e allunga sul 3-1, questa volta proteggendo con personalità il prezioso vantaggio e cancellando l’unica palla del controbreak nel sesto gioco.
E nella frazione decisiva il match diventa una lotta furibonda. Sono tante, troppe le occasioni mancate dalla Halep che per quattro volte perde un break di vantaggio, tre dei quali al servizio per il passaggio del turno e senza mai arrivare a match point. Tanti i meriti della Davis, indomita lottatrice e granitica da fondo, che mette addirittura la testa avanti sul 9-8 dopo aver annullato altre quattro palle break che a questo punto inizia a respirare l’aria dell’impresa. Sull’11-10 sale sullo 0-40 e si procura tre match point consecutivi ma il suo atteggiamento passivo in attesa di un errore della Halep – che non arriva – non paga, anzi. Dopo essere stata agganciata sull’11-11, la statunitense richiede anche un medical time-out per un problema al piede destro dopo una brusca frenata in corsa laterale, sotto lo sguardo allibito della numero 1 al mondo. Al rientro in campo la Davis rischia grosso ma è glaciale nel cancellare altre quattro palle break e proseguire la sua gara di testa. C’è anche tempo per altri minuti di intervento del trainer, questa volta per il piede sinistro, ma questa volta la Halep non si lascia distrarre: sul 13-13 trova un altro break, quello giusto per chiudere nonostante un altro piccolo brivido sul 15-30, situazione da cui però riemerge con tre punti consecutivi. Sull’ultimo dritto in corridoio di una comunque stoica Davis, Simona non ha nemmeno la forza di esultare sollevando solamente il pugno e indicando il suo angolo: la strada verso il primo Slam in carriera è ancor più in salita dopo la maratona odierna e qualche problema alla caviglia che si trascina dal primo turno, adesso ad attenderla la giapponese Naomi Osaka, che elimina contropronostico la padrona di casa Ashleigh Barty per 6-4 6-2.