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Ottavi di finale degli Australian Open 2019. Nel tiebreak decisivo della sfida tra Pablo Carreno Busta e Kei Nishikori, sul punteggio di 8-5 per lo spagnolo, una chiamata del giudice di sedia australiano Tom Sweeney ha fatto discutere molto. Carreno ha protestato e, alla fine del tiebreak perso 10-8, non ha stretto la mano all’arbitro. L’iberico si è sentito defraudato ma, dopo aver analizzato le immagini insieme ad alcuni giudici di sedia Atp, possiamo confermare che la chiamata è corretta e, anzi, può essere definita una ‘super chiamata’.
La palla di Carreno rimbalza sul nastro, finisce sulla riga nel campo di Nishikori che colpisce e tira il vincente (con lo spagnolo che sta correndo dalla parte opposta ed è impossibilitato a raggiungerla). Il giudice di linea chiama ‘out’ la palla di Carreno un istante (parliamo di centesimi di secondo) dopo il colpo vincente di Nishikori. Carreno chiede ‘challenge’, che Sweeney concede in automatico ma, prima dell’esito, spiega allo spagnolo che il punto sarebbe comunque andato a Nishikori. Perché? Il vincente è stato fatto, la chiamata non disturba Carreno. È un raro, ma corretto, caso di ‘advanced officiating’, in cui l’arbitro attribuisce il punto a Nishikori a prescindere che quella palla sia buona o meno. Perché allora è stato concesso il challenge? Perché i giudici di sedia al momento della richiesta del challenge reagiscono di istinto ma, mentre annuncia l’occhio di falco, Sweeney ragiona e arriva alla sua conclusione. Non a caso, ben prima dell’esito del challenger, Sweeney comunica a Carreno che, a prescindere da ‘in’ o ‘out’, il punto sarebbe comunque andato a Nishikori.
Decisione difficilissima ma molto corretta. Sarebbe stato semplice far rigiocare il punto, anche perché non sempre i giocatori sono a conoscenza di tali sottigliezze del regolamento. Non a caso Nishikori sorride pensando di dover ripetere il ‘15’. Ma la decisione, per quanto difficile, risulta sacrosanta. Bravissimo Tom Sweeney. Allo stesso tempo capiamo il rammarico di Carreno, che dopo oltre 4 ore di gioco non ha avuto la lucidità per capire la situazione e si è, anche comprensibilmente, sentito defraudato.
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