Roger Federer e il tennis. Un binomio che continua, fortunatamente, ad esistere, ma per quanto ancora? Probabilmente la stagione che si avvicina sarà l’ultima, o forse no, come spesso ha smentito a suon di prestazioni di livello. Ma, purtroppo, l’età avanza, il tempo passa e gli acciacchi aumentano. Sono varie le domande così come i possibili obiettivi nel corso del 2019: ecco un reca generale del fenomeno svizzero.
DOVE ERAVAMO RIMASTI
Se il 2017 è stato l’anno del Risorgimento del Re e di Rafael Nadal, il 2018 è stato quello delle conferme, meno eclatanti certo dei numeri assurdi dell’anno precedente, ma ugualmente sbalorditivi, soprattutto grazie al ritorno di un altro fenomeno: Novak Djokovic. Roger Federer, soprattutto nella prima parte di stagione, è stato il vero protagonista sfruttando un’ottima condizione psico-fisica. L’esordio lo vede vincitore Down-Under, conquistando il torneo della Hopman Cup in coppia con Belinda Bencic, 17 anni dopo quello vinto con Martina Hingis.
Dopo la trionfante parentesi di Perth, lo svizzero giunge a Melbourne, dove realizza l’inimmaginabile dopo quanto accaduto il gennaio precedente. La 30esima finale Slam è frutto di un torneo perfetto, in cui non perde nessun set fino all’atto conclusivo contro Marin Cilic: in questo modo, The GOAT diventa il primo uomo a vincere 20 Major in carriera.
L’ottimo periodo dei primi mesi dell’anno prosegue in Europa, vincendo in finale contro Grigor Dimitrov a Rotterdam, riconquista la prima posizione in classifica dopo 6 anni dall’ultima volta diventando il più anziano a riuscire in tale impresa. Lo svizzero sembra vivere lo stesso momento magico della tripletta del 2017 ma ad Indian Wells si blocca qualcosa: in finale con Juan Martin del Potro non sfrutta tre match point, perdendo in tre set. A Miami giunge un’altra tremenda delusione che lo vede rinunciare alla doppietta del Sunshine Double.
Dopo mesi di pausa per i tornei su terra rossa, il ritorno è ovviamente da fantascienza sull’erba: trionfo a Stoccarda, pur faticando tremendamente con Nick Kyrgios, finale ad Halle contro il baby fenomeno Borna Coric e poi l’atroce eliminazione di Wimbledon.
Le difficoltà tedesche sono ben presto un ricordo giunto nel suo giardino, ma arrivato ai quarti di finale, ecco di fronte il maratoneta che non ti aspetti: Kevin Anderson che dopo 11 ore di match in 4 giorni, ottiene la finale contro Nole dopo aver battuto in rimonta e al quinto in oltranza l’elvetico e John Isner.
La sconfitta ha qualche conseguenza sul fenomeno di Basilea, soprattutto nei momenti chiave: i risultati non mancano, così come le prestazioni straordinarie come contro Kyrgios negli States, ma il rimpianto spesso rimane. Come a Cincinnati, dove perde contro Djokovic, o agli US Open, dove si nota la sua stanchezza. Rigenerato ed ancora decisivo anche a Praga nella Laver Cup, perde nuovamente in finale contro il serbo sia a Shanghai e Parigi-Bercy dove mostra sprazzi di grande tennis nei match più belli della stagione.
La sua stagione si conclude in modo onesto a Londra con la semifinale contro il futuro campione del torneo Sascha Zverev, che lo batte in un torneo dove Federer fatica tremendamente. Un positivo 2018 si conclude con numeri straordinari per un 37enne: 4 i titoli vinti e 3 le finali perse.
L’ANNO CHE VERRA’
Il 2019 si avvicina e l’età per il più forte di sempre avanza, così come il ritiro. Sarà l’ultima stagione o l’obiettivo sarà la medaglia d’oro di Tokyo 2020? Le certezze sono sicuramente meno degli altri anni ma con la solita programmazione tutto avverrà in maniera più semplice. Anche se, il classe ’81, secondo le ultime interviste, potrebbe anche partecipare a dei tornei su terra rossa.
L’unica certezza al momento è quella degli allenamenti a Dubai, così come la possibilità di partecipazione alla Laver Cup 2019 in Svizzera, a Ginevra, città vicina della sua Basilea. Lottare contro i Next Gen sarà ancor più complicato, considerando la crescita di qeust’ultimi e il possibile peggioramento in termini di movimento e lentezza del The King. E poi il possibile ritorno di Andy Murray oltre agli altri due big, in ottica dell’ennesimo anno di dominio dei BigThree; o forse no? Questo non è semplice dirlo, così come non è possibile rispondere alle domande sul futuro dello svizzero, sempre misterioso sull’avvenire: quel che è certa, è la sua presenza con le su giocate che danno importanza allo sport più nobile al mondo.
OBIETTIVI
Come ogni anno da tre a questa parte, Roger Federer non ha obiettivi bensì essere competitivo e se capace, pronto a vincere. Magari il 100° titolo, alla portata considerando la media degli ultimi anni, che lo proietterebbe ancor di più nella storia avvicinandosi al recordman Jimmy Connors.
Dopo quello più abbordabile, trionfare nuovamente in un Major è piuttosto difficile, anche se a Melbourne, tolto “l’uomo molla” Novak Djokovic, sarà forse il favorito alla vittoria finale. La partenza sprint dell’ultimo biennio è stata pazzesca: che sia possibile ripeterla?
In generale ulteriori obiettivi non è semplice trovarli, ma al massimo eguagliarli, tentando l’assalto alla tripletta della Laver Cup e diventano il primo a vincere il nuovo format della Coppa Davis, soprattutto per un innovatore come lo svizzero, che andrà alla caccia dell’ennesimo Laureus World Sports Awards come miglior atleta dell’anno.