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DOVE ERAVAMO RIMASTI?
Il 2018 di Novak Djokovic si è chiuso a Londra con la finale persa in maniera netta e se vogliamo clamorosa da Sascha Zverev. Nonostante Nole fosse crollato sotto le sbracciate di Karen Khachanov un paio di settimane prima a Parigi Bercy, nessuno si aspettava che potesse uscire nuovamente sconfitto dall’atto conclusivo di un torneo. Le due partite in questione se vogliamo sono sovrapponibili: primo set di buon livello senza sbavature fino al momento clou; da quel momento in poi il match si incanala facilmente verso l’avversario. Non un urlaccio, non una racchetta scagliata in terra, di colpo torna il Nole versione 2017 e prima metà 2018. Qualche piccolo ingranaggio nella testa e nel fisico del serbo forse non è ancora funzionante al 100%. Tuttavia non bisogna ingigantire questi due incidenti di percorso, soprattutto perché Novak Djokovic da Wimbledon è tornato a dominare la scena ritrovando un tennis ed una condizione che somigliano tanto al Nole dei primi 5 mesi del 2011. Tante vittorie, 2 Slams e sguardo da leone ritrovato, grazie anche a MariánVajda ed al suo staff.
L’ANNO CHE VERRÀ
Difficile e senza dubbio fuori luogo non ritenere Novak Djokovic il favorito numero 1 degli Australian Open, primo grande appuntamento del 2019. 6 titoli a Melbourne dimostrano, se ce ne fosse bisogno, quanto il 31enne di Belgrado si trovi a suo agio sul cemento australiano. Le due finali perse nell’autunno 2018 non dovrebbero minare le certezze di Nole anche perché sulla lunga distanza i Next Gen devono ancora lavorare parecchio. Zverev ad esempio ha superato la seconda settimana di un Major solo in terra parigina l’anno scorso. Sul cemento risulta quindi complicato intravedere avversari probanti per il numero 1 del Mondo, considerando che per Roger l’età avanza e Rafa è stato costretto al ritiro negli ultimi 2 Slam sul duro. Sulla terra e sull’erba l’impressione è che Novak possa perder qualcosina. Al Roland Garros Nadal è ancora il favorito numero 1, sui prati dell’All England Club Federer venderà certamente cara la pelle. In conclusione Djokovic è sicuramente l’uomo da battere nel 2019, ma aspettiamoci uno squillo da Roger e Rafa e più di uno squillo dalla Next Gen che negli ultimi mesi del 2018 ha lanciato segnali importanti da Tsitsipas, Coric, Khachanov e, appunto, Alex Zverev.
OBIETTIVI
La stagione è lunga ed impegnativa. È perciò difficile fare pronostici a lunga durata. Tuttavia gli anni passano anche per il serbo e la stagione 2019 risulta essere un importante banco di prova anche per lui. L’anno dell’attuale numero 2 del Mondo non può prescindere dai risultati Major, ma è altresì vero che il dispendio fisico è talmente cospicuo che non si può pensare di vincerli tutti e 4, nonostante Novak ci abbia abituato a grandissime cose. Nel caso a fine 2019 Djokovic si trovasse a quota 16 Slam si parlerebbe di stagione ampiamente positiva, in caso contrario ci sarebbero degli appunti o, chissà, dei rimpianti per Nole. È banale dirlo, ma le risposte ce le darà come sempre il campo.