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La stagione da poco conclusa è stata probabilmente la migliore di Fabio Fognini, numero 1 italiano da anni e tra i talenti più cristallini del circuito maschile. Dopo un 2018 all’insegna del successo, con 4 finali e 3 successi, di cui 2 consecutivi, il ligure ha eguagliato il proprio best ranking con la posizione numero 13. Gli anni aumentano anche per lui, ma con costanza e talento, può ancora sperare nella top ten?
DOVE ERAVAMO RIMASTI
Fabio Fognini comincia il 2018 subito alla grande, favorito da un cambio di staff importante, che ha lavorato sodo per favorire l’esplosione e il grande ritorno del ligure. Infatti, dopo la preparazione di Miami, il talento classe 1987 comincia la propria stagione a Sydney, dove, con un sorteggio alla portata, giunge in semifinale, prima di essere fermato in rimonta dal futuro campione del torneo Daniil Medvdev.
DownUnder il Fogna nazionale si trova bene e a Melbourne, dopo 4 anni, torna a recitare una parte da protagonista: per la seconda volta in carriera, raggiunge gli ottavi di finale, prima di essere eliminato da Tomas Berdych. Tra Coppa Davis e Sud America le superfici su cui gioca sono varie ma a Rio de Janeiro torna in semifinale, riuscendo a tornare in top20. Il Brasile infatti, è destinato a dipingersi di tricolore, per la prima volta nel paese verdeoro, la 57esima di un italiano su 155 e la sesta per Fognini, che a Sao Paolo, batte Nicolas Jarry.
Il periodo d’oro, purtroppo, termina nella parte centrale, dove, nei tornei più importanti, come spesso è accaduto, Fognini viene a mancare, come a Miami, dove doveva conservare i punti della semifinale 2017. Infatti, tra Davis e tornei su terra rossa, la situazione non va meglio, se non con la semifinale di doppio di Montecarlo, fino alla Città Eterna.
A Roma infatti, Fognini, sotto un sole cocente, vive la miglior settimana in Italia: batte Monfils, Thiem e Gojowczyk, arrendendosi a Rafael Nadal solo al terzo. Il ligure con tale risultato si prende il Foro dopo esperienze anonime nel corso degli anni. A Ginevra torna in semifinale e a Parigi rivive qualcosa di magico. Dopo essere stato in svantaggio, batte Kyle Edmund al quinto, tornando dopo 7 anni agli ottavi nel torneo dell’exploit Marco Cecchinato: agli ottavi, Marin Cilic si fa recuperare ma tra mille rimpianti Fognini esce al quinto.
Dopo un torneo in cui avrebbe potuto fare di più in quel di Wimbledon quindi riparte in quel di Bastad, ottenendo il settimo titolo contro Fernando Verdasco in semifinale e poi Richard Gasquet in una partita da antologia. In Svezia sfiora la doppietta con Simone Bolelli con il quale continua l’ottima sintonia. A Gstaad arriva una sconfitta sorprendente ma a Los Cabos in Messico arriva l’ennesimo successo. La 17esima finale in carriera è quella del successo, in contemporanea con Matteo Berrettini: il successo su Juan Martin Del Potro gli permette di vincere per la prima volta 3 titoli in un anno. La stagione americana non è positiva perché esce subito di scena a Toronto mentre a Cincinnati non partecipa: a Flushing Meadows le condizioni fisiche e ambientali non sono favorevoli e la sconfitta contro John Millman pone fine alla fallimentare spedizione statunitense.
A San Pietroburgo arriva però la prima gioia di doppio dell’anno, vincendo con Matteo Berrettini in un mix di talento e forza: il periodo d’oro continua e la 18esima finale in carriera a Chengdu, dove, da favorito, clamorosamente perde contro Bernard Tomic. In Asia il percorso da grande outsider gli permette di sognare le Finals, ma un infortunio prima della semifinale con Juan Martin del porto frena l’entusiasmo. In Svezia, a Stoccolma, arriva la nona semifinale della sua straordinaria stagione da 46 vittorie: a Parigi-Bercy, contro Roger Federer, si conclude il miglior anno della carriera del tennista di Arma di Taggia.
L’ANNO CHE VERRA’
Nel frangente in cui Fognini si prepara in vista del 2019, è giusto provare ad ipotizzare il 2019 del tennista quasi 32enne. Già, anche il miglior tennista italiano vede la propria età alzarsi, ma di conseguenza anche la propria asticella, quindi ipotizzare una stagione sui livelli di quella appena trascorsa sarebbe possibile, anche medio-alti. Le nove semifinali del 2018 sono state pura fantascienza, probabilmente irripetibili, ma far bene nei tornei maggiori potrebbe essere la giusta soluzione per raggiungere la top10. Sarà l’annata giusta per la top 10? Riuscirà a maturare ed essere continuo in Slam e 1000?
GLI OBIETTIVI
Uno dei primi obiettivi del tennista ligure potrebbe essere quello di raggiungere i 10 successi di Adriano Panatta, dato che mancano i due trofei, che, continuando, sulle medie di quest’anno, potrebbe essere anche raggiunto. Come detto e ripetuto, ovviamente, il numero perfetto si ripete: raggiungere la top 10, sfiorato quest’anno come in passato, da collezionare soprattutto con risultati nei tornei importanti.
Uno scenario, che poi, potrebbe proiettarlo verso Londra, proprio come quest’anno, con una media punti/piazzamenti da capogiro in cui Fognini, ancora una volta, diventa la speranza italiana, che, è, ancora una volta, in buona compagnia. Soprattutto in chiave Coppa Davis: il nuovo format porterà buone nuove dal ’76 ad oggi?