Jannik Sinner e Ben Shelton si affronteranno nella giornata di oggi in una sfida valida per gli ottavi di finale del Masters 1000 di Shanghai. Lo statunitense, ieri ventunenne, sta vivendo una stagione che lo proietta di diritto nella cerchia dei tennisti che, puntualmente, vengono definiti “predestinati”. Si fa presto a incensare un giovane che riesce a ottenere una serie positiva di risultati, ma Ben Shelton sembra avere qualche asso nella manica che potrebbe risparmiargli l’etichetta di meteora. È un giocatore forte, sia sul piano atletico che su quello mentale. Si sta facendo le ossa nel circuito in questo 2023, anno in cui ha esordito su superfici diverse dal cemento statunitense e ha raggiunto traguardi importanti, tra cui la semifinale allo US Open contro Novak Djokovic.
In questa pazza stagione, che sta vedendo tanti nomi noti del circuito rendere in modo notevolmente inferiore alle attese, Shelton è stato un outsider e ha acquisito fiducia importante in ottica futura. Il nativo di Atlanta ha dalla sua la freschezza atletica e un servizio e dritto spaventoso. Il suo problema? L’avversario di oggi adora rispondere contro i tiratori potenti, ed è in uno stato di forma senza precedenti. Sinner, infatti, con una vittoria raggiungerebbe il quinto quarto di finale in un Masters 1000 in questa stagione (si è fermato agli ottavi solamente a Roma).
Sinner, la Cina, i mancini
Jannik Sinner, in questo momento, è il tennista più in forma nel tabellone di Shangai. Contro Baez ha lasciato un set, ma arrivava a quella sfida da una serie di partite consecutive e faticose che avrebbero piegato chiunque (notare la sconfitta di Medvedev contro Sebastian Korda). Oggi Sinner sfrutta un giorno di riposo, ha un altro prestigioso trofeo in bacheca e si presenta a questa sfida da numero quattro del mondo, con la consapevolezza che più in alto di lui, nel torneo, c’è solo Alcaraz. Un carico di pressione importante per il ragazzo di San Candido, che però in questo momento sembra essere lucido e determinato a dimostrare il proprio valore in campo, senza lasciarsi trasportare da ciò che gli accade intorno.
Sulla carta si preannuncia una sfida decisamente favorevole per l’azzurro, e colpisce in particolare una statistica: Sinner ha una percentuale di vittorie del 68,4% contro tennisti mancini. Avendo giocato diciannove partite in totale contro giocatori con queste caratteristiche, soprattutto Nadal (tre volte), Mannarino (tre) e Nishioka (due), l’altoatesino ha avuto modo di testarsi contro un tipo di gioco impostato in maniera differente e con varianti importanti nel gioco da fondo. Sarà curioso soprattutto capire se l’esplosività dei colpi di Shelton, impostata soprattutto sulla diagonale di rovescio di Jannik, potrà essere un fattore.
Le chiavi dell’incontro
Nelle due partite giocate finora a Shangai, contro Munar e Safiullin, Shelton ha messo a segno appena sette ace in totale. Un numero esiguo, se si considera che l’americano nei primi due turni dello scorso US Open ne mise a segno complessivamente venti e, nel solo terzo turno, ventisei. La superficie di Shangai è molto lenta, la palla rimbalza in modo gestibile ed è difficile ottenere punti diretti dal servizio. Per Sinner sarà importante partire davanti: comandare subito e non dare la possibilità all’avversario di portare il pubblico dalla propria parte, situazione che Shelton ama particolarmente.
Si prospetta una diagonale di rovescio infuocata per il nostro numero uno, che potrà puntare molto sui cambi di ritmo e sui lungolinea per mettere in difficoltà l’avversario, ancora non sufficientemente a proprio agio nel muoversi con rapidità in campo. Inutile dire che la risposta di Sinner sarà un fattore: quanto più forte Shelton servirà, tanto più forte la palla gli ritornerà tra i piedi. Attenzione a non sottovalutare lo statunitense, che sta muovendo i primi veri passi nel circuito, farà divertire e vincerà partite importanti. Sarà compito di Jannik impedire che questo processo prosegua già oggi.