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Stefano Travaglia batte in 3 set lo spagnolo Pablo Andujar. Finisce 6-4 5-7 7-5 in 2 ore e 22 minuti di gioco. L’azzurro avanza così al secondo turno dell’ATP 250 di Quito in Ecuador. L’italiano si aggiudica quindi il primo confronto diretto con l’iberico che era rientrante nel circuito e giocava con ranking protetto. Stefano gioca una buona partita, forse sudando più del dovuto, ma portando a casa una partita nella quale partiva certamente da favorito. Al prossimo turno il giocatore di Foligno se la vedrà con il vincente della sfida tra Facundo Bagnis e Nicolas Jarry. Non servono cartomanti per capire che “Steto” sarà ancora il giocatore da battere anche in questo secondo turno. L’occasione è di quelle ghiotte e siamo tutti qui a supportare Travaglia in questa trasferta sudamericana.
LA CRONACA: all’ingresso in campo, si può subito notare come il pubblico non sia proprio quello delle grandi occasioni. I 7 (contati) spettatori sugli spalti non sono venuti certo lì con la speranza di assistere alla rivisitazione della finale di Wimbledon 2008, ed effettivamente l’inizio di partita ha un ritmo molto basso. Travaglia arriva a palla break subito nel primo gioco ma senza riuscire a capitalizzare. Stessa cosa avviene a parti invertite nel 4 gioco. Il break decisivo arriva nel game successivo dove Travaglia riesce a essere incisivo sulla riposta. Questo colpo è ciò che fa la differenza in una partita giocata su pochissimi colpi e scambi brevi. In un attimo si va 4-2 per l’azzurro. La partita stenta a decollare e la folla (se, magari) è mormora. In qualche modo si arriva alla conclusione: Travaglia porta a casa il parziale, 6-4 in 44 minuti.
Anche il secondo set inizia sulla stessa onda emotiva del primo: ci sono documentari di Piero Angela che hanno più ritmo. Il primo ad arrivare a Palla break è nuovamente Travaglia che però non trasforma. Qualche lampo italiano sembra poter accendere la partita che tuttavia spenta era e tale rimane. Un po’ di lotta si ha nei primi turni di battuta dell’azzurro. Andujar ci prova arrivando più volte ai vantaggi ma senza riuscire ad arrivare a palla break. Sul 3-3 Travaglia torna a rispondere con precisione e il pubblico azzarda qualche timido applauso. Il dritto con cui l’italiano raggiunge la parità ripaga il prezzo del biglietto agli spettatori (ammesso che non siano pagati per stare lì…). Il break non arriva e si vola sul 4-4. Stefano a questo punto si trasforma in versione carro armato con la prima di servizio spargendo ace a profusione. Tutto sembra potersi dirigere nella direzione del tie-break, quando Andujar, nel dodicesimo game del set decide di alzare improvvisamente il livello di gioco. Tra l’incredulità (o forse disperazione?) generale si va al terzo set. Finisce 7-5 dopo 50 minuti.
All’alba del terzo set i superstiti sugli spalti sono sempre meno. In campo lo spagnolo inizia meglio ma Travaglia segue aggrappato al match. Gli scambi adesso sono più accesi ma la partita si gioca principalmente sulle accelerazioni e il rapporto gratuiti-vincenti. Andujar gioca a braccio più sciolto creando di più ma soprattutto sbagliando di meno. Alla fine arriva il break e la partita viene completamente capovolta. 4-1. Quando si inizia a pensare al peggio lo spagnolo scivola nel proprio turno di servizio regalando punti e break all’avversario. Travaglia torna a macinare ace rimettendo in piedi il set. L’inerzia del match è girata ma l’azzurro non riesce a trovare il break. 5-5. Adesso è vera battaglia, e nella lotta quello che soffre di più è lo spagnolo. Arriva il break. Travaglia va a servire per il match avanti 6-5. La rimonta si conclude e la partita anche: finisce 6-4 5-7 7-5 in 2 ore 22 minuti di gioco.