Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, due atleti sensazionali, giocheranno per la settima volta da avversari nella semifinale dell’ATP 500 di Pechino. Ad oggi la bilancia è perfettamente equilibrata: tre successi per parte, uno ciascuno nel 2023. Quest’anno, infatti, i due si sono incrociati già due volte nelle due semifinali del Sunshine Double: a Indian Wells vinse Alcaraz, e a Miami qualche giorno dopo vinse Sinner. È una partita che sa già di classica di questo sport, e più di qualche tifoso l’ha battezzata “Sinneraz”, sulla scia dell’ormai nostalgico “Fedal” che per tanti anni ha deliziato gli appassionati. Nonostante in questo caso si tratti di un 500, sarà una partita dal peso specifico importante, soprattutto per Sinner. L’azzurro, infatti, se dovesse raggiungere la finale, salirebbe alla quarta posizione del ranking mondiale superando Holger Rune e Stefanos Tsitsipas; con questo risultato, l’altoatesino raggiungerebbe Adriano Panatta nella classifica italiana di tutti i tempi. Sarebbe un record in termini di ranking ATP: il terzo posto di Nicola Pietrangeli risale a prima del 1973, anno di introduzione della classifica. Jannik sarà spinto, dunque, da grande motivazione, pur partendo da sfavorito e dovendo lasciare alle spalle le difficoltà fisiche della sfida con Dimitrov.
Il cammino dei due
Sinner arriva a questa semifinale avendo sconfitto Daniel Evans, Yoshihito Nishioka e Grigor Dimitrov. Tre partite completamente diverse tra loro: Evans è stato stoico, ha messo in difficoltà l’italiano cercando di giocare scambi lunghi e puntando sul bisogno di Sinner di riprendere il ritmo partita dopo un mese di stop. Quella con Nishioka è stata una sfida dominata dal numero uno italiano, che ha lasciato appena due game all’avversario. Dimitrov, invece, si è dimostrato il solito funambolico artista della racchetta, e ha meritato di portare a casa il secondo set, prima di cedere. A preoccupare gli appassionati è la condizione fisica di Sinner, che durante il terzo set ha dato di stomaco in panchina, giustificando la cosa a fine gara sostenendo di aver “mangiato qualcosa che gli ha fatto male”.
Dall’altro lato del campo ci sarà un Carlos Alcaraz in stato di forma eccellente. Sulla propria strada, lo spagnolo ha trovato Yannick Hanfmann, Lorenzo Musetti e Casper Ruud. Tre sfide che Carlitos ha gestito brillantemente, senza lasciare indietro neppure un set e dimostrando una condizione atletica invidiabile.
Come si batte Alcaraz?
Se ci fosse una semplice risposta alla domanda “come si batte Alcaraz?” probabilmente il tennis sarebbe più facile per gran parte dei giocatori attivi nel circuito. Casper Ruud, per esempio, ai quarti di finale ha giocato una partita solida, risultando efficace negli scambi da fondo campo e nel chiudere col suo ottimo dritto ad ogni occasione utile. Eppure, non è bastato. Sinner ha già battuto Alcaraz, e ha dalla sua il vantaggio di giocare sul veloce indoor, superficie su cui l’altoatesino è in grado di esprimere il proprio miglior tennis. Rispetto agli altri incroci, poi, questo arriva in una fase diversa della carriera di Sinner: Jannik si è sbloccato, vincendo il suo primo Masters 1000 a Toronto e ha aggiunto nuove consapevolezze al suo già ricco bagaglio qualitativo.
Guardando alla partita con Ruud, sembra esserci un modo per mettere in difficoltà Alcaraz: iniziare forte e sorprenderlo. Non sarà facile, si parla di una semifinale, ma Sinner dovrà dimostrare da subito di essere in partita e di voler impostare il ritmo agli scambi. Ancor più complesso sarà poi rimanere solidi e continuare a dominare nel ritmo, in questo caso. La risposta sarà, come sempre, il colpo in più di Jannik, contro un servizio che nella partita con Ruud ha fatto registrare 6 ace e il 69% di prime in campo. Le capacità tecniche non mancano a nessuno dei due, per questo la partita sarà fatta di mentalità, motivazioni e (sperando non incida in nessun caso) condizione fisica. Comunque andrà, sarà un’altra sfida spettacolare.