Al Pala Alpitour di Torino è tempo di verdetti. Le Nitto ATP Finals 2022 arrivano alla loro conclusione dopo sette giorni di fuoco, dove i migliori tennisti del globo si sono affrontati tra partite lunghe, colpi mozzafiato e tanto spettacolo. In finale ci sono Novak Djokovic e Casper Ruud, capaci di giocare un torneo stupefacente, fatto di tanta concretezza e pochissimi passi falsi. Nonostante due ottimi percorsi, nel torneo dove i ‘campioni’ diventano ‘campione’, ci sarà spazio per un solo vincitore.
La luce della competizione porta, come spesso è accaduto, il nome di Novak Djokovic. Il trentacinquenne serbo ha cominciato la propria missione lunedì scorso da testa di serie numero sette, dopo una stagione in cui pur giocando poco è riuscito a trarre il massimo dal suo solido tennis. Nessuno è ancora riuscito a batterlo, il tennista più vicino a strappargli la vittoria è stato Daniil Medvedev, capace di portarlo a lottare per oltre tre ore per rimanere infine, come gli altri, con nulla in mano. L’imbattibilità di ‘Nole’ non è casuale, anzi è ricercata e combattuta anche quando, proprio come poteva succedere con Medvedev, la sconfitta non avrebbe compromesso in alcun modo il suo percorso a Torino.
Nella semifinale di sabato, il ventuno volte campione Slam si è sbarazzato di Taylor Fritz per 7-6(5), 7-6(6) non senza qualche difficoltà (soprattutto a livello fisico), gestendo al meglio i momenti difficili e contenendo al meglio le energie in vista dell’ultimo atto. Qualora dovesse vincere, entrerebbe nella storia come il tennista ad aver vinto il montepremi più alto della storia del tennis in un singolo torneo ($4.740.300), ma non solo; eguaglierebbe il record di Roger Federer di sei trofei alle Nitto ATP Finals dopo le vittorie ottenute a Shanghai (2008) e Londra (2012-2015).
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Dall’altro lato della rete c’è Casper Ruud. Il tennista norvegese arriva alla finale a Torino dopo una stagione giocata al massimo delle sue possibilità sino agli US Open. Dopo la finale negli Stati Uniti persa contro Carlos Alcaraz in quattro set, sono arrivate soltanto due vittorie e quattro sconfitte prima dell’esordio al Pala Alpitour del 2022. Sul cemento indoor molto veloce di Torino c’era qualche dubbio sulle sue reali possibilità, ma Ruud ha saputo smentire tutti ancora una volta, essendosi guadagnato la qualificazione già dopo le prime due partite del round-robin, prima di perdere da Rafael Nadal nell’ultima partita del girone.
In semifinale è riuscito a dominare Andrey Rublev, giocando una partita molto tattica e determinata con qualche sbavatura nel finale (forse dovuta alla tensione) per chiudere infine 6-2, 6-4. Con questo risultato, Ruud è divenuto il primo tennista scandinavo a raggiungere la finale alle Nitto ATP Finals dai tempi di Stefan Edberg, ultimo a riuscirci nel 1990.
Nei tre scontri diretti giocati tra Djokovic e Ruud, il serbo ha vinto nettamente tutte e tre le volte. Al di là dell’ultima sfida giocata agli Internazionali BNL d’Italia 2022, il dato più significativo arriva dalla sconfitta rimediata dal ragazzo di Oslo alle Nitto ATP Finals 2021 per 6-7(4), 2-6. Djokovic non ha mai concesso un set in nessuna delle partite e ha i favori del pronostico. Una chiave della partita potrebbe essere la diagonale di rovescio: se Ruud dovesse rimanere incastrato dal lato sinistro del proprio campo, la sfida si farebbe nettamente in salita. Sarà importante proteggere i propri turni al servizio, colpo che ha gestito molto bene nel corso della settimana, per provare a fare breccia nel muro serbo in risposta.
Qualora dovesse riuscire nell’impresa, il ventitreenne norvegese diverrebbe il nuovo n. 3 dei Pepperstone ATP Rankings, avvicinandosi al miglior piazzamento in carriera (n. 2) raggiunto lo scorso settembre. Se dal punto di vista tecnico-tattico il serbo avrà le idee più chiare, avendo dimostrato di gestire molto bene i momenti critici, qualche dubbio permane dal punto di vista fisico. Tra l’ultima partita del suo girone ed il secondo set della semifinale con Fritz, l’ex n. 1 del mondo ha avuto forti giramenti di testa ed improvvisi cali di rendimento. Prima ancora di pensare a dove indirizzare la palla, sarà sua premura scendere in campo nella miglior forma possibile per scrivere l’ennesima pagina di un libro dei record che sembra non chiudersi mai.