Come i molti appassionati sanno, il tennis sa spesso essere crudele. Purtroppo, delle volte, oltre ad essere di per sé già complicato da giocare, collabora col destino per quello che è un mix davvero duro ed imprevedibile. Solo pochissime ore fa ci si ritrovava a pronosticare le future gesta di Matteo Berrettini in queste Nitto Atp Finals di Torino; con un occhio a Jannik Sinner (prima riserva della competizione) che avrebbe potuto prendere il posto di un eventuale infortunato.
Il fato ha voluto che sì, Sinner possa mettere un altro storico mattoncino nella sua già incredibile carriera, ma che allo stesso tempo il giocatore da sostituire sia proprio il connazionale. Non può che esserci rammarico e tristezza per il potenziale torneo di Matteo, il quale aveva già messo con convinzione le sue carte sul tavolo, in quello che è stato il primo e unico set giocato contro Alexander Zverev. Adesso tocca all’altoatesino, che ha una possibilità più unica che rara ma al tempo stesso un’impresa da compiere; una partita in meno da poter giocare e soprattutto zero punti in tasca, che tradotto significa dover sostanzialmente vincere entrambi i match a disposizione.
L’unico scontro tra Sinner e Hurkacz risale allo scorso marzo, dove il polacco vinse il Masters 1000 di Miami, primo della carriera, in quella che fu per entrambi un’autentica ‘prima volta’. La partita era attesa equilibrata, anche se lo fu parzialmente, con Hurkacz che riuscì ad alzare il trofeo in un’ora e quaranta minuti in virtù di un 7-6 6-4. Anche se in campo non scenderà Berrettini le aspettative non cambiano, perciò anche per Jannik questa sarà una partita da vincere assolutamente; di fronte troverà un avversario altrettanto ‘costretto’ alla vittoria, ma con una partita in più a Torino; polacco forse con un po’ di emozioni già sciolte, motivo per il quale lo si considera leggermente in vantaggio alla vigilia.
L’ANALISI TATTICA
Sul cemento di Miami si giocarono moltissimi scambi di rovescio, con entrambi i giocatori apparsi a proprio agio sulla diagonale di sinistra. Hurkacz giocò un match veramente solido, contenendo meglio rispetto a Sinner quelle che potevano essere le emozioni per la prima finale di un Masters 1000; l’altoatesino fu costretto a rincorrere da subito, e non bastò la grande forza di volontà per raddrizzare due set che sarebbero potuti scivolare molto più velocemente. Il servizio sarà un fattore fondamentale; Sinner sta imparando a gestire prima e seconda e comincia a raccogliere i frutti di un lavoro lungo e difficile. Hurkacz ne fa già un punto di forza, invece.
Non bisogna dimenticarsi dell’ottimo esordio del numero 9 del mondo, il quale ha messo in difficoltà il campione in carica Medvedev, vincendo il primo set per 7-6. Proprio i tie break sono un fattore da tenere in considerazione: in questa stagione ‘Hubi’ ne ha vinti ben 19, di cui alcuni molto pesanti; dal canto suo Sinner ne vanta 18, ma ha perso malamente gli ultimi due contro Alcaraz e Murray soltanto pochi giorni fa. Arriva quindi un altro, ennesimo, banco di prova per il numero due d’Italia; a Jannik non resta che assaporare l’atmosfera del PalaAlpitour di Torino e cominciare l’impresa più difficile della sua carriera.