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Matteo Berrettini e le ATP Finals, nuovo atto. A due anni dalla prima storica qualificazione negli otto potenziali “Maestri”, il tennista romano ha staccato nuovamente il biglietto, questa volta per Torino; si giocherà di nuovo le sue carte da testa di serie numero 6. Nel 2019 alla O2 Arena di Londra raccolse una sola vittoria, battendo Dominic Thiem nel Gruppo Björn Borg e uscendo di scena in maniera comprensibilmente rapida viste le circostanze. Si potrebbe dividere la stagione di ‘Berretto’ in due grandi blocchi: una prima fase in crescendo assoluto dove si è tolto moltissime soddisfazioni, togliendo polvere ad una serie di primati italiani che non venivano toccati da anni; un’altra più sottotono dove probabilmente la stanchezza e l’infortunio procuratosi a Wimbledon sono stati un fattore.
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Sino al periodo a ridosso delle Olimpiadi, Matteo ha dimostrato una grande crescita in tutti i colpi ed una tenuta mentale invidiabile; un ottavo di finale in Australia, una finale raggiunta a Madrid, un quarto al Roland Garros ed infine lo stupendo periodo in Inghilterra dove ha trionfato al Queen’s e ha raggiunto la finale ai Championships, rivelando le sue doti anche ai non appassionati. All’infortunio alla coscia che gli ha impedito la partecipazione ai Giochi Olimpici è susseguito un periodo più altalenante; non gli ha però impedito di centrare i quarti anche a Flashing Meadows, completando un quadro stagionale senza dubbio positivo. Chiusura di stagione con il miglior piazzamento in carriera alla posizione numero 7.
LE CHANCE DI BERRETTINI
Quali sono le reali possibilità di Berrettini? L’esordio alle Finals non è stato di certo glorioso, ma oggi parliamo di un tennista totalmente diverso sotto ogni punto di vista. Desta preoccupazione lo score di Matteo contro i top 10, con due vittorie ottenute ai danni Hubert Hurkacz e Casper Ruud; diverse però le sconfitte rimediate contro Djokovic, Tsitsipas o Zverev. Giocare in casa è un fattore, e potrebbe davvero essere un’arma in più per provare a spingersi almeno fino alle semifinali, considerando anche che la superficie non rappresenta un limite, semmai un vantaggio. Ripensando agli eventi di quest’estate non ci sono particolari dubbi, se il 25enne riuscirà ad esprimere ‘quel’ tennis avrà tutte le carte in regola per poter scrivere un altro capitolo della storia del suo e del nostro tennis.
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