Il match d’apertura vale la conferma. Alle Nitto ATP Finals non ci sono giocatori materasso e qualora ce ne dovessero essere, Hubert Hurkacz non sarebbe uno di loro. Per la seconda volta in carriera, il tennista di Wroclaw chiude la stagione in Italia. Oggetto misterioso delle Next Gen ATP Finals 2018, “Hubi” tre anni dopo si ritrova protagonista del “Torneo dei maestri”. A Rho Fiera il polacco si presentò al grande pubblico e lasciò quanto meno intravedere le potenzialità del tanto reclamizzato ‘giocatore vero’, una sfida però trovare qualcuno in grado di pronosticarlo top ten. L’esordio a Torino ci permette di ammirare una versione rigenerata del giocatore apparso stanco e teso in quel di Bercy, dove ha comunque messo in cassaforte l’accesso alle Finals con la semifinale. L’assalto al numero due del mondo Daniil Medvedev e la sconfitta in tre set lasciano l’amaro in bocca, come testimoniano gli occhi lucidi inquadrati dalla telecamere a fine match.
La guida di Craig Boynton ha puntato su due aspetti chiave: il gioco di piedi e la velocità di braccio. Da qui derivano tutti i miglioramenti che hanno propiziato un salto netto ed inaspettato. Un paio di stagioni fa il tecnico si lanciò in un mezzo paragone con Andy Murray ed è proprio dalla risposta che Hurkacz ha costruito un cambio tennistico, che ha poi influenzato l’atteggiamento e l’approccio al match. Nel 2018 era ben lontano dalla costanza e dalla qualità del palleggio odierno, esaltato ulteriormente nei matchup con i migliori: esattamente quelli che lo aspettano a Torino. La prima maturità tennistica è coincisa con la crescita da entrambi i lati. Decisivo il lavoro fatto sulla chiusura dei colpi che hanno contribuito ad una pesantezza di palla all’altezza dell’imponente struttura fisica. Tutto quel che riguarda i colpi è poi rifinito dall’upgrade atletico. Evoluzione totale nella copertura del campo specialmente in avanzamento e nel presidio della rete.
Le quotazioni al ribasso della vigilia, sono state esasperate dalle difficoltà di Parigi Bercy. La prestigiosa semifinale raggiunta e l’ottenimento del biglietto per Torino sono andate in contrasto con il gioco espresso negli incontri contro Paul, Koepfer e Duckworth. Una volta ottenuto il pass per le Finals, Hurkacz ha poi strappato un set a Djokovic nel match costato l’eliminazione; indubbiamente il migliore della sua settimana all’ombra della Torre Eiffel. Il parziale strappato a Medvedev non è però una sorpresa: i precedenti parlavano chiaro. Ancora una volta il confronto tra i due si conclude nel parziale decisivo, nelle contese precedenti un quinto set Wimbledon – vittoria Hurkacz -, ed un terzo in Canada con affermazione del giocatore che poche settimane dopo avrebbe messo le mani sul primo slam della sua carriera. Le condizioni del Pala Alpitour sono inoltre rapidissime e le palle fanno la differenza sulla velocità di gioco, che aiuta ed agevola Hurkacz anche in ottica delle sfide con Alexander Zverev e con il nostro Matteo Berrettini.