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“Le Finals le vincerà chi si presenterà a Torino con meno acciacchi. I tennisti di oggi giocano troppo, hanno la frenesia di essere ovunque e il Master è un torneo complicato proprio perché arriva a fine stagione”. Adriano Panatta sa cosa vuol dire giocare le Atp Finals, ma il ricordo di quel Masters di fine anno del 1975 gli lascia l’amaro in bocca per via di un fastidioso problema di cui ha parlato all’AGI: “Al Masters però ebbi un attacco fulminante di emorroidi, stavo davvero male, mi alzavo dal letto soltanto per andare in campo, mi mettevano in piedi a colpi di punture, ma soffrivo, giocavo per modo di dire e rimediai tre sconfitte nel girone, contro Manolo Orantes, Arthur Ashe e Ilie Nastase, che poi vinse il torneo volta battendo in finale Borg”. Non alzò però bandiera bianca, tanta era l’emozione di essere lì, e fece bene perché l’anno dopo non riuscì a qualificarsi: “Ancora oggi non capisco perché non ottenni i punti per qualificarmi al Masters del ’76, è vero che giocai meno tornei perché quello fu l’anno della Coppa Davis vinta in Cile e mi ci dedicai molto, forse oggi è più semplice qualificarsi” .
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