Inutile girarci troppo intorno: Novak Djokovic metterà piede in campo a Londra tenendo appiccicato addosso il marchio di favorito del torneo. Poco importa che il serbo sia la testa di serie numero 2 del tabellone, dati i problemi fisici mostrati da Rafa Nadal e il gioco espresso da Nole negli ultimi tornei giocati (Tokyo, Shanghai e Parigi-Bercy).
Il campione serbo da qualche stagione ormai ha abbandonato il ruolo di schiacciasassi del circuito, in favore di uno status sicuramente meno dominante, ma anche più cerebrale e “aristocratico”. Anche in questo 2019, come nelle stagioni precedenti, per il serbo sono arrivate alcune sconfitte inattese, si pensi a quelle contro Kohlschreiber e Bautista Agut nei 1000 americani, che sono però state puntualmente bilanciate da una scelta chirurgica e da una perfezione stilistica espressa nelle partite più importanti.
Ecco dunque che l’annata di Djokovic sta per concludersi con 5 tornei vinti, di cui due Slam (Australian Open e il leggendario Wimbledon), due 1000 (Madrid e Parigi-Bercy) e un 500 (Tokyo). Come si può vedere ce n’è per tutte le superfici e per tutti i gusti.
In queste Finals Djokovic è stato inserito nel gruppo Borg insieme a Federer, Thiem e Berrettini. Ai primi due sono legati rispettivamente il ricordo più bello e quello più brutto del 2019 di Djokovic, dato che Federer fu lo sconfitto dell’epica finale di Wimbledon, mentre Thiem riuscì a sconfiggerlo in semifinale al Roland Garros costringendolo a rinunciare alla conquista di un torneo che spesso gli ha riservato delusioni. Quello con Berrettini sarà invece un match da “prima volta assoluta” dato che i due non si sono mai affrontati nel circuito. C’è grande curiosità ovviamente sul modo in cui Berrettini proverà ad impensierirlo.
Spingendoci nei pronostici potremmo quasi arrivare a dire che per il Djokovic visto a Bercy, considerando l’inseguimento al primo posto del ranking ATP, tutto ciò che non sia la vittoria potrebbe essere vissuto come un fallimento. Più realisticamente parlando va comunque detto che immaginarlo fuori dalla finale è davvero difficile.
Se dovesse riuscire a far sua la coppa metterebbe in bacheca il suo sesto titolo di “Maestro”, eguagliando Roger Federer. Nella passata edizione Nome si spinse fino alla finale dove venne però sconfitto da Alexander Zverev. Quest’anno non vorrà che questo ricapiti, negli occhi di Djokovic c’è solo la vittoria finale.